Nei giorni scorsi, in particolare martedì 24 giugno, la Corte d’Assise di Brindisi si è pronunciata sul processo (omicidio e droga) scaturito dalle indagini sull’uccisione del 19enne Paolo Stasi. Dopo le 17.30 del 9 novembre 2022, questi fu freddato sotto casa sua con un paio di colpi di pistola da parte di Luigi Borracino (ancora minorenne) condannato in secondo grado a 16 anni di reclusione a seguito di concordato in appello.
Con lui quel giorno c’era l’oggi 23enne Cristian Candita, considerato il suo autista e condannato dai giudici togati (presidente Maurizio Saso, a latere Adriano Zullo e la giuria popolare) alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno di un anno: per lui non solo il concorso nell’omicidio premeditato e aggravato dai futili motivi, ma anche il porto in luogo pubblico dell’arma e reati in materia di droga. È stato ritenuto consapevole e compartecipe rispetto all’esecuzione di Stasi.
Il tutto pare fosse nato (ecco i futili motivi) da un debito di circa 5mila euro contratto da Paolo e da sua madre che, oltre ad aver custodito e confezionato droghe leggere (marijuana e hashish, ne avrebbero fatto uso.

Lo stesso Borracino, come detto già condannato dai giudici minorili, ha riportato in questa sede un’ulteriore condanna a nove anni e 50mila euro di multa solo per reati in materia di droga. Sia Candita che Borracino – peraltro, interdetti in perpetuo dai pubblici uffici – sono difesi dall’avvocato Maurizio Campanino del Foro di Taranto.
È stata assolta “per non aver commesso il fatto” la 54enne Nunzia D’Errico (madre di Paolo Stasi) che era finita a processo per traffico di stupefacenti. Secondo il sostituto procuratore Giuseppe De Nozza, fu “solo moralmente responsabile della morte del figlio, poteva intervenire prima e non lo fece” (questo disse il pm nella sua requisitoria). D’Errico era difesa sul piano penale dall’avvocato Francesco Monopoli del Foro di Brindisi.
Dalle indagini dei carabinieri, emerse un giro di droga. Ed è stato per tale motivo che a processo sono finite anche altre persone in qualche modo legate ai due principali imputati Borracino e Candita. In particolare, hanno riportato condanne. Due anni, sette mesi e 13 mila euro di multa per Marirosa Mascia (francavillese di 27 anni), due anni e 6mila euro di multa (con beneficio di non menzione nel casellario giudiziale, spedito a richiesta dei privati) per Sara Canovari (23enne francavillese), un anno e mezzo più 3mila euro di multa per Cosimo Candita per concorso con Cristian Candita nell’occultamento di un fucile ad aria compressa. Sospese le pene per Cosimo Candita e Canovari.
I tre sono difesi dagli avvocati Michele Fino, Luca Mangia e dallo stesso Campanino.
Sia per Candita che per gli altri imputati vi sono state anche alcune assoluzioni in relazione ad alcuni specifici capi d’imputazione.
La sentenza è giunta a margine del primo grado di giudizio e per tutte le persone condannate vale la presunzione di non colpevolezza fino a eventuale condanna definitiva.
Al di là degli aspetti penali, vi sono quelli legati alle parti civili. Il padre Giuseppe (Pino) Stasi, la sorella di Paolo (Vanessa) e la stessa mamma Nunzia si sono costituiti con l’avvocato Domenico Attanasi. La Corte ha condannato Candita a risarcire loro i danni (da quantificare in separata sede) nonché a rifondere onorari e spese sostenuti a processo. Intanto, è stata assegnata una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 200mila euro ciascuno da corrispondere ai familiari di Paolo.
La motivazione della sentenza sarà depositata entro i prossimi 90 giorni (a partire dallo scorso 24 giugno) quando le difese potranno ricorrere in appello.