Scricchiolii in maggioranza, il “lodo Bruno” passa col parere contrario di vice sindaco e assessora al Bilancio. La scuola: «Quel plesso a noi serve»

Un’estate calda non soltanto per il meteo, quella di Francavilla Fontana. Nonostante i condizionatori accesi, fa caldissimo anche a Castello Imperiali, dove scricchiola l’amministrazione del sindaco Antonello Denuzzo. Col voto contrario del vice sindaco Domenico Attanasi e dell’assessora Eleonora Marinelli, la giunta ha deliberato ieri sul primo passo di quello che si può ormai definire a tutti gli effetti il “lodo Bruno” che nelle scorse settimane aveva invocato il trasferimento del Centro occupazionale dai locale di piazza Dimitri al plesso della scuola dell’infanzia “Gianni Rodari” di via Settembrini. Primo step: cambio della destinazione d’uso, al resto si penserà in seguito.

Nel frattempo, la dirigente scolastica del Primo istituto comprensivo, Margherita Vitale, ha detto di no e ha scritto all’Ufficio scolastico provinciale di Brindisi – diretto da Angela Tiziana Di Noia – di per dire che in realtà quel plesso serve, eccome.

Questione nella questione: se il vice sindaco Attanasi ha votato contro, non si è comportata allo stesso modo l’altra assessora di “Idea per Francavilla”, cioè Numa Ammaturo. Quest’ultima dovrà ora dare conto al suo partito della sua scelta e non è esclusa una sua estromissione, anche volontaria: nulla si può dire, ma si può tranquillamente dire che la sua posizione è sub judice.

I rapporti in seno alla maggioranza che sorregge Denuzzo non sono mai stati idilliaci. Questo sia chiaro. Ci fu, nel 2023, una comunione d’intenti politici che portò al secondo mandato di Denuzzo nonostante le schermaglie del passato. Per il resto, in tutto questo tempo, non sono mancati i dissidi.
Ma cos’è accaduto?

Con una recentissima deliberazione della giunta, il Comune di Francavilla Fontana ha formalmente revocato, con effetto immediato, il vincolo di destinazione scolastica del plesso della scuola dell’infanzia “G. Rodari” di Via Settembrini. La decisione, assunta con cinque voti favorevoli e due contrari, mira a destinare l’immobile a “finalità di valenza pubblica e sociale” , ma si scontra apertamente con il fermo orientamento sfavorevole espresso dalla dirigenza del Primo Istituto Comprensivo “Aldo Moro – Publio Virgilio Marone”, dal Consiglio di Istituto e dai genitori degli alunni.

L’Amministrazione Comunale ha giustificato la propria scelta sottolineando l’esigenza di ottimizzare la gestione del patrimonio immobiliare e di impiegare più proficuamente l’edificio. Secondo il Comune, il plesso Rodari, pur essendo interessato da interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione non ancora conclusi , sarebbe “sovradimensionato” rispetto alle effettive esigenze didattiche, ospitando attualmente 34 alunni. Questi studenti sono stati temporaneamente trasferiti nel plesso “Falcone-Borsellino”, situato a soli 600 metri di distanza, considerato idoneo e con adeguata capienza. La Giunta ha inoltre sostenuto che mantenere il vincolo scolastico per un numero esiguo di alunni comporterebbe uno scenario di “assoluta irrazionalità, antieconomicità e iniquità” nella gestione di un bene collettivo.

A supporto della propria delibera, il Comune ha ricevuto il “nulla osta” dalla Provincia di Brindisi per la revoca del vincolo. Il Primo Comprensivo, l’11 giugno 2025 , aveva espresso un “orientamento fermamente sfavorevole” alla riconversione del plesso “G. Rodari”. La dirigente scolastica ha sottolineato con fermezza che l’edificio non è affatto sottoutilizzato, essendo frequentato da 34 alunni, con una proiezione di aumento a 37 per il prossimo anno scolastico, inclusi due alunni con disabilità.

Il plesso è stato descritto come una risorsa fondamentale per la comunità scolastica e per le famiglie del quartiere, essendo l’unico di scuola dell’infanzia in quell’area. La scuola ha inoltre richiamato il quadro normativo che sancisce come gli edifici scolastici rientrino nel patrimonio indisponibile degli enti locali con un “esplicito e vincolante vincolo di destinazione ad uso scolastico”.

Una decisione di revoca, in assenza di comprovata sottoutilizzazione, avrebbe un impatto “potenzialmente pregiudizievole sulla funzionalità dell’Istituzione scolastica e sulla sua capacità di garantire il diritto allo studio degli alunni”. Non da ultimo, la posizione contraria dei genitori degli alunni era stata allegata alla documentazione inviata acnhe all’Ufficio scolastico regionale. Poi ci sono anche le questioni politiche.

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com