Situazione politica a Francavilla: casca tutto? In discussione l’unione (poco) civile Denuzzo-Bruno e due assessori, con le regionali a far da sfondo…

di Eliseo Zanzarelli

Il sogno di ogni politico è quello di riscuotere tantissimi consensi e magari di non avere avversari né esterni né, tantomeno, interni. I sogni son desideri e, si sa, quasi mai si avverano. Non è difficile o magari è semplicissimo fare un focus oggi sulla situazione politica a Francavilla Fontana che – a parte qualche aggravamento – è suppergiù quella di due anni e mezzo fa (cioè, prima delle amministrative).

Da una parte il matrimonio d’interessi tra una parte della fu Città Futura e il Pd, ma in una coppia non sempre le cose procedono come si era immaginato; dall’altra, un centrodestra che ha penato a suo tempo per scegliere il candidato sindaco (nei piani iniziali dell’anno prima, il principale indiziato era Luigi Galiano) e continua a sognare epopee locali ormai lontane.

Il candidato sindaco del centrodestra, oggi consigliere comunale e coordinatore di partito (Fdi), fu alla fine Michele Iaia circondato da una classe politica giovane (anche Iaia lo è) nessun appartenente alla quale ha ancora spiccato il volo o, perlomeno, ha imposto la propria leadership. Intanto, quel centrodestra perse per strada la Lega che spingeva per una candidatura a sindaca di Adriana Balestra.

Oggi, il sindaco Antonello Denuzzo, che forse a suo tempo avrebbe vinto le elezioni anche senza il sostegno del Partito democratico e di Maurizio Bruno, potrebbe cadere da un momento all’altro. Difficile che ciò avvenga in estate e difficile pure che gli sia concesso di ricandidarsi puntando a un terzo mandato quasi consecutivo, magari intervallato da una gestione commissariale. Non impossibile, ma difficile che alleati e avversari gli concedano una terza rischiosa chance. Quindi più probabile che – facendo spirare i due anni, sei mesi e un giorno dall’elezione – poi si torni tutti a casa uscendo dalla porta per cercare di rientrare dalla finestra. Ma non è detto neppure questo.

Dipenderà forse dall’esito delle elezioni regionali, dove Bruno punta a una difficile riconferma. Se dovesse farcela, magari rientra tutto e quasi-amici come prima. Se non dovesse farcela, Bruno farà pesare i voti comunque presi (perché li prenderà) e non dovrebbe accontentarsi di fare semplicemente il presidente del Consiglio comunale neppure a pagamento, giacché oggi per il Consiglio non percepisce indennità non potendone percepire insieme due.

Dal 2018, Denuzzo si è dedicato anima e cuore a fare il sindaco. Qualcosa che gli ha assorbito tempo ed energia che, diversamente, avrebbe dedicato alla professione o all’insegnamento (era docente universitario a contratto). Se è stato premiato per una seconda volta nel 2023 dopo il primo mandato annunciato come rivoluzionario, qualche motivo ci sarà stato: sarà piaciuto ai cittadini, ma anche a quelle forze politiche del tutto eterogenee che – soprattutto la seconda volta – l’hanno appoggiato.

Nel mezzo di questo secondo mandato, si sono registrate qualche critica in più dalla base e diverse scosse d’assestamento, compresa l’ultima. Cioè quando Bruno ha puntato i piedi sul Centro occupazione e ha seguito pari pari le istruzioni fornitegli da Idea per Francavilla al fine di fare tutto perbene. Dalla deliberazione della Giunta per la rimozione del vincolo scolastico agli step successivi che – forse – gli consentiranno di portare a casa il risultato. Nel frattempo, Numa Ammaturo (assessora di Idea per Francavilla) non ha seguito le indicazioni di scuderia e ha votato a favore di Bruno. O, sarebbe meglio dire, di Denuzzo. Perché, insomma, l’amministrazione in carica non cadesse.

La circostanza non è granché piaciuta a Idea per Francavilla – un movimento, fondato dal vice sindaco Domenico Attanasi – da sempre in rapporto di forzata convivenza col Pd e i suoi principali esponenti, un tempo neppure troppo lontano ostici avversari politici. Ammaturo ha tenuto a dire, parafrasandola: fiera di far parte di questo gruppo (Idea) ma orgogliosa di essere me stessa e autonoma quanto basta. La sua posizione è sub judice, come lo è per ragioni identiche quella di un altro assessore: Giuseppe Bellanova.

Secondo Idea per Francavilla, Ammaturo avrebbe dovuto votare no alla cosiddetta “Delibera Bruno” (come fatto dallo stesso Attanasi e da Marinelli). Secondo “èCivica” (la lista del sindaco, coordinata dal consigliere Mimmo Bungaro) anche Bellanova avrebbe dovuto votare no, come fatto dalla collega di gruppo Marinelli. E, invece, tutti e due – Ammaturo e Bellanova – hanno detto di sì. Se queste scelte – pur distinte e autonome – costeranno loro solo un rimprovero o proprio un rimpasto, si vedrà.

Ad ogni modo, il Denuzzo – bis sbaragliò ogni concorrenza e s’impose al primo turno sia contro una costola fuoriuscita da Città Futura (rappresentata da La Città di tutti e Libera Francavilla, liste capeggiate dall’ex vice sindaca Maria Passaro), sia contro un centrodestra oggettivamente raffazzonato e meno unito rispetto ad adesso.

Sia Passaro e i suoi sia il centrodestra di Iaia (Fratelli d’Italia), Alessio Curto (Forza Italia) e compagnia hanno preso ultimamente a martellare su problematiche – non soltanto di natura amministrativa, ma persino strettamente politiche – che interessano il Denuzzo – bis a partire dalla genesi dell’accordo elettorale Denuzzo-Bruno, deglutita dapprincipio con sforzo da Attanasi, Bungaro e altri scettici.

Il discorso, insomma, potrebbe protrarsi per ancora molte righe, rischiando di rivelarsi più lungo che complesso.

In estrema sostanza, la domanda buona da porsi è: in tutto questo frattempo, è cresciuta l’opposizione o è decresciuto il modello di centrosinistra fondato sull’unione (ormai poco) civile Denuzzo-Bruno?

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