Nessuna autorizzazione ambientale, scarichi dubbi e olezzo di putrefazione: chiusa azienda in zona San Cosimo

Carcasse animali accatastate in un semplice capannone forse da diverso tempo, un olezzo tale da mettere a rischio e far tribolare persino gli stomaci più forti. Non è stato semplice ma si sarebbe reso assolutamente necessario – a giudicare dagli atti – intervenire in contrada Salinelle, a Oria. Non lontano dal Santuario di San Cosimo alla Macchia.

Un’azione determinata e, per l’appunto, di stretta necessità è stata compiuta dal Comune di Oria, che appena qualche giorno fa ha imposto l’immediata chiusura di un’attività di stoccaggio e movimentazione di sottoprodotti di origine animale situata nella zona artigianale. Il sindaco Cosimo Ferretti ha firmato lo scorso 23 ottobre 2025 un’ordinanza quale misura contingibile e urgente adottata in virtù dei poteri conferitigli dal Testo unico degli enti locali (Tuel) per tutelare l’igiene e la salute pubblica, gravemente minacciate dalle condotte riscontrate.

La misura inibitoria è stata disposta a carico della ditta O.R.M. Ambiente S.r.l. e nasce da un accertamento di violazioni ambientali di notevole gravità, dettagliate in una comunicazione prodotta dal Secondo settore comunale, diretto dal responsabile Glauco Caniglia in collaborazione col Comando di polizia locale diretto dalla comandante Maria Teresa Saracino.

Le inadempienze principali riguardano l’assenza della necessaria Autorizzazione unica ambientale (Aua). La relativa domanda sarebbe stata presentata all’Ufficio comunale con enorme ritardo, soltanto il 13 ottobre 2025, ben dopo l’inizio delle verifiche. Il vulnus più grave, tuttavia, riguarderebbe la gestione dei reflui. Nonostante una precedente ordinanza sindacale (del luglio 2023) avesse già intimato a tutte le attività della Zona Pip l’obbligo di allacciarsi alla rete idrico-fognaria comunale entro un termine perentorio, la O.R.M. Ambiente S.r.l. avrebbe continuato a operare ignorando tale prescrizione.

Le conseguenze di questa – sempre presunta – negligenza si sarebbero presentate quali dirette e dannose per il territorio: la società non ha fornito la documentazione completa relativa allo scarico delle acque reflue assimilabili ai domestici (provenienti da una fossa Imhoff), impedendo la verifica sul corretto smaltimento degli stessi e sollevando il sospetto di sversamenti incontrollati nel terreno. È stato invece accertato che gran parte delle acque meteoriche e di dilavamento della piattaforma di stoccaggio sarebbero state sversate direttamente nei terreni circostanti.

Questa preoccupante gestione dei rifiuti e dei reflui, con il rischio concreto di inquinamento del sottosuolo, si inserisce in un contesto territoriale, quello brindisino e salentino, già tristemente noto per fenomeni di traffico illecito e smaltimento abusivo di rifiuti. L’urgenza dell’intervento del sindaco – supportato dai responsabili di settore del suo Comune, Caniglia in primis supportato da Saracino – si carica di significato anche alla luce delle cronache giudiziarie locali, come l’inchiesta “Sangue Amaro”, che ha svelato l’esistenza di presunte associazioni criminali dedite allo smaltimento illecito di sostanze ematiche e altri rifiuti speciali in pozzi e terreni. Il sindaco, usando i poteri di ordinanza e assumendosene le legittime responsabilità, ha voluto stroncare sul nascere una condotta che, seppur non direttamente collegata a quei fatti, evidenzia una pericolosa carenza di controlli e il presunto mancato rispetto delle normative ambientali essenziali, minacciando l’equilibrio ecologico e la salute dei residenti.

La chiusura, con effetto immediato, è accompagnata dalla trasmissione degli atti al Comando di polizia locale per l’applicazione di sanzioni – la comandante Saracino ha effettuato sopralluoghi insieme con col collega responsabile del Suap, dottor Caniglia, e al Dipartimento prevenzione Asl di Brindisi – e alla Camera di Commercio per valutare la validità stessa della Scia, paventando la possibilità di una definitiva inibizione dell’attività e la denuncia per inosservanza di provvedimenti dell’autorità, giacché l’ipotesi di un commercio all’ingrosso rientra nella competenze camerali.

Da quanto emerso sulla base dei sopralluoghi congiunti tra uffici comunali, l’autorizzazione allo scarico “fognario” da parte di O.R.M. Ambiente era scaduta da cinque anni e anche quella precedente non sarebbe apparsa conforme rispetto alle precedenti indicazioni normative di legge (Autorizzazione unica ambientale). Da molti anni, i residenti in quella popolosa area del comune di Oria lamentano un forte odore di “cadavere” e in più occasioni si sono rivolti alle Istituzioni, comprese le forze dell’ordine e la magistratura. Il Comune, anch’esso interessato, si è dimostrato operativo e determinato nelle contestazioni. Le sanzioni, di competenza provinciale, variano da 1.500 a 15mila euro. Va da sé, tutte da accertare ed eventualmente comminare. Intanto, un’ordinanza contingibile e urgente emanata dal sindaco ha piena forza di legge.

Scomparsa 17enne, ricerche in corso

Sono attualmente in corso le ricerche di Yevheniia Menchuk, una 17enne di nazionalità ucraina che si è allontanata da un istituto di formazione situato nel

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com