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21.9.1897 – Centoventi anni fa il ciclone che distrusse gran parte di Oria, castello compreso

ciclone di oria

Sono trascorsi esattamente 120 anni dal ciclone che, il 21 settembre 1897, distrusse le parti occidentale e settentrionale di Oria. Serissimi furono anche i danni al castello, risistemato solo nel 1933 dopo la dolorosa, ma allora necessaria, permuta con il Comune di Palazzo Martini Carissimo. Ci furono, però, soprattutto le vittime: più di 40. Centinaia, invece, i feriti.

La storia del ciclone è una storia funesta, ma allo stesso tempo è una storia da non dimenticare, anzi: da tramandare di generazione in generazione. In fondo, superata l’immane tragedia, quella fu anche l’epopea di una comunità che, pian piano, e nonostante le difficoltà, riuscì a risollevarsi grazie a un grande spirito di squadra e alla tenacia dei cittadini, che – pure in ginocchio – seppero rialzarsi e ripartire da quelle macerie e da quel dolore.

Si narra, infatti, che in numerosi casi sarebbe stato più facile ripartire da capo, costruire ex novo, mentre invece gli oritani, storicamente legati alle proprie radici sia immateriali che materiali, preferirono rimettere in piedi ciò che avevano, ciò che quel “mostro” aveva loro sottratto all’improvviso e con una violenza inaudita.

Così, una popolazione composta perlopiù da agricoltori e commercianti forgiò – di necessità, virtù – generazioni e generazioni di maestranze edili, che riuscirono nel miracolo di restituirsi e di restituire a tutti un presente e un futuro negli stessi posti delle origini.

libro ciclone di oriaA quel tempo non esistevano gli smartphone né, tantomeno, i social network, così la narrazione e il ricordo furono e sono tuttora affidati principalmente alle testimonianze orali – alla maniera degli aedi – e agli scarni documenti e “notiziari” dell’epoca. Gran parte di quei ricordi e di quegli aneddoti, ormai 20 anni fa, il giornalista Vincenzo Sparviero li raccolti nell’archivio storico comunale per poi metterli in ordine nel suo libro “Il Ciclone di Oria – Cronaca e storia del giorno più lungo ad un secolo di distanza”.

Il giornalista Vincenzo Sparviero
Il giornalista Vincenzo Sparviero

Soltanto 1.500 copie, comunque non poche in una cittadina di 15mila anime, che ben presto andarono a ruba, forse anche proprio perché di quella catastrofe naturale si sapeva, si sa e si tramanda ancora poco. Chissà se per un senso di pudore o d’impotenza dinanzi all’ineluttabile.

Tuttavia, quell’evento resta negli annali di storia locale e, alla luce della reazione e della rinascita che vi furono – per quanto faticose e sofferte – è un peccato perseverare nel non darle il giusto peso. D’altra parte, quel borgo trimillenario di cui è possibile godere oggi, coi suoi pregi e suoi difetti, rinacque anche da quel nerissimo 21 settembre 1897.

Eliseo Zanzarelli

 

 

 

 

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