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Furti di energia elettrica, nei primi sei mesi dell’anno 22 arresti e due denunce


Nel primo semestre dell’anno in corso, sono state 22 le persone arrestate e due quelle denunciate a piede libero dai carabinieri dipendenti dal Comando provinciale di Brindisi per furto di energia elettrica.

Da un computo approssimativo (risulta difficile stabilire da quanto tempo è stata attivata l’illecito approvvigionamento) risultano essere stati sottratti 240mila Kilowatt per un controvalore economico di circa 130mila euro.

La casistica nell’ambito dei controlli effettuati, anche con l’ausilio di personale tecnico della società di erogazione, che si occupa anche di mettere in sicurezza l’impianto dopo aver reciso l’allaccio abusivo – è piuttosto variegata. Ad esempio, nel corso di una perquisizione domiciliare è emerso come, sebbene il contatore risultasse completamente staccato per morosità, gli elettrodomestici funzionassero perfettamente in virtù dell’allaccio abusivo, effettuato dal proprietario, all’impianto elettrico del garage del vicino di casa.

Il furto di energia più comune è quello eseguito mediante il collegamento diretto al cavo principale della rete di pubblica distribuzione. Il collegamento abusivo è realizzato mediante l’allaccio al cavo dell’alta tensione due morsetti a molla in ferro applicati a un cavo elettrico di lunghezza sufficiente a raggiungere l’impianto domestico.

Non di rado è stato riscontrato il furto di energia elettrica per alimentare attività illegali, come la ventilazione, l’illuminazione e il riscaldamento di una serra (allestita negli androni di un fabbricato rurale) per una florida piantagione di marijuana. Non sono mancati neanche i furti di notevoli quantità di energia, come nel caso di un’intera azienda agricola: la corrente rubata è stata impiegata, per esempio, al fine di far funzionare le pompe di sollevamento dei pozzi.

Nonostante sia diffuso, il furto di energia elettrica non costituisce un’autonoma fattispecie, cioè non è presente un articolo del codice penale che lo contempla espressamente. Rientra, quindi, tra i casi di furto aggravato e a esso si salda una delle aggravanti del furto, quella di aver usato per compierlo un mezzo fraudolento.

Tra le varie tipologie di furto di corrente elettrica, due sono quelle maggiormente ricorrenti: la prima è l’allaccio abusivo all’impianto altrui, che può essere quello del vicino di casa o del condominio; la seconda è l’allaccio alla rete pubblica col quale si sottrae l’energia direttamente alla società di erogazione.

Ovviamente non si esauriscono qui le tipologie di furto di energia. Vi sono altri espedienti finalizzati ad impedire la registrazione dei consumi, artifizi che vengono rilevati dai tecnici della società erogatrice, i quali verificano con appropriata strumentazione se il contatore sia stato manomesso con l’inserimento di magneti, o se i sigilli non sono più integri.

Questa particolare tipologia di furto (come scrive la 4^ Sezione Penale della Corte d’Appello di Palermo in una sentenza del 2011): “(…) rientra tra i delitti a consumazione prolungata, o a condotta frazionata, perché l’evento continua a prodursi nel tempo sebbene con soluzione di continuità, sicché le plurime captazioni di energia che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un’unica azione furtiva”.

È uno dei reati maggiormente commessi in Italia e viene registrato con frequenza maggiore nelle aree economicamente più povere.

 

 

 

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