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Cimitero di Francavilla, una lettrice: “Camera mortuaria fatiscente, zero privacy e dignità”

Di seguito la segnalazione inviata anche al sindaco da una cittadina francavillese e lettrice de Lo Strillone riguardo una situazione a suo dire spiacevole occorsale, qualche giorno fa, al cimitero comunale di via San Vito:
“Di recente è venuta a mancare la nostra adorata madre.
Il trattamento riservato alle sue spoglie mortali ci ha lasciato assai perplessi, poiché assolutamente lontano da quel seno di pietà che la tradizione e la cultura a cui apparteniamo impongono.
Nello specifico, presso il Cimitero di Francavilla Fontana, la camera mortuaria è fatiscente, disordinata e caotica.
Fatiscente in quanto l’ambiente risulta altamente degradato e poco manutenuto, mancava di illuminazione elettrica, le persone, al calar del buio – precoce in inverno –, sono costrette ad usare la luce del cellulare per poter avere un minimo di illuminazione, e non offre a quanti vengono a rendere omaggio alla salma, la possibilità (soprattutto se affette da disabilità o se in avanzata in età) di potersi sedere, in quanto sono presenti solo pochissime sedie che versano in pessime condizioni.
Disordinata poiché l’apparire complessivo denuncia una manifesta carenza di organizzazione, il tutto sembra lasciato all’improvvisazione, e non garantisce il necessario raccoglimento per rendere l’ultimo saluto ai propri cari e non consente di accogliere in un ambiente dignitoso e sobrio il dolore degli astanti.
Caotica dacché la contemporanea presenza di più salme (nel mio caso quattro di cui tre scoperte) a pochissima distanza le une dalle altre, non garantisce, così come un evento serio e drammatico come la morte impone, dignità alle spoglie del defunto e le necessarie riservatezza e raccoglimento ai congiunti e agli amici.
L’impressione generale che il contesto ci ha generato, non è quello di un luogo di riposo per spoglie mortali di una persona, ma di una discarica di esseri umani, trattati senza il necessario senso di pietà e umanità che la situazione richiede e che – ci permettiamo di ribadire – la nostra cultura e tradizione ci impongono.
Tutto ciò ha sortito lo spiacevole effetto di enfatizzare il dolore provato per il nostro lutto, invece di lenirlo, come ci saremmo aspettati.
La situazione del covid-19 ci ha imposto questo da quasi un anno ormai, per cui, certi del suo intervento affinché mai più nessuno, in un momento di così alto dolore, debba trovarsi nella nostra medesima situazione, confidiamo in un suo riscontro che ci dia conto delle iniziative intraprese”.
Lettera firmata

 

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