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Francavilla, Curto: “Mai fidarsi della quiete, riflettori accesi su possibili infiltrazioni criminali”

Euprepio Curto

A molti osservatori dei fenomeni politici e sociali Francavilla appare come una città cheta. Ma delle città chete non c’è mai da fidarsi. Ricordo l’esperienza vissuta molti anni fa quando con la Commissione Antimafia ci recammo a Messina che all’epoca veniva definita “citta babba”, nel senso di città ingenua, e comunque estranea ai fenomeni mafiosi. Ebbene, ne venne fuori quello che qualcuno pittorescamente definì “verminaio”. Come dire che Messina non era né ingenua, e tantomeno estranea ai fenomeni mafiosi. Tutt’altro. Anche se in quel caso la mafiosità non si caratterizzava per il numero delle coppole, oppure per quello delle lupare, ma per la sua capacità d’introdursi surrettiziamente nel rilevantissimo circuito economico della città dello Stretto. Quindi, delle città chete non bisogna fidarsi, ma, al contrario, bisogna accendere i riflettori su tutte quelle attività economiche a potenziale rischio di infiltrazioni. Ciò detto, la situazione di Francavilla va monitorata attentamente a causa di una duplice convergenza di circostanze: da un lato l’eccezionale morìa di attività medio piccole che a lungo avevano costituito l’ossatura economico-sociale della Città degli Imperiali. Dall’altro, il concentrarsi delle più importanti attività imprenditoriali nelle mani di pochissimi, con consequenziale realizzazione di autentici monopoli, ovvero, nella migliore delle ipotesi, di oligopoli, nel mentre l’Amministrazione comunale è in tutt’altre faccende affaccendata.
Una di questa faccende è sicuramente la vicenda della nuova area mercatale, inutile e inopportuna al contempo. Censurabilissima sotto il profilo del merito, ma, ancor di più sotto quello di un metodo che, al contempo, non può non essere definito imprudente e impudente.
Ma anche le voci che si rincorrono rispetto ad altri progetti non inducono alla tranquillità. Cosicché la trasparenza dei bandi (ad iniziare da quello sulla gestione del tensostatico) dovrà costituire l’elemento “saracinesca” rispetto a pericolosissime e devastanti intrusioni nel sistema pubblico.

Avv. Euprepio Curto
Già componente Commissione Antimafia

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