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Francavilla, intermodale: si cambia destinazione d’uso e il Comune restituisce un milione alla Regione

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Quello che avrebbe dovuto essere l’intermodale, in contrada Tiberio

Non è mai entrato in funzione, eppure il centro di carico intermodale fa ancora parlare di sé. Di più: pesa ancora sulle casse del Comune, che adesso ha dovuto restituire alla Regione poco più di un milione di euro relativo al finanziamento pubblico, il cui importo complessivo fu di 12 miliardi di vecchie lire. La decisione del commissario prefettizio Mariarita Iaculli, a seguito di numerosi solleciti da Bari, è scaturita dall’intenzione di cambiare la destinazione d’uso dell’opera, che oggi non può più assolvere alla funzione per cui fu realizzata: quella, per l’appunto di “centro di carico intermodale e dei servizi commerciali e reali per i prodotti ortofrutticoli e per l’agricoltura nell’area allargata di Francavilla Fontana”.

La restituzione di 1.055.579,64 euro trova i presupposti nei sopralluoghi effettuati dalla commissione di collaudo, l’ultimo dei quali il 13 settembre 2005 con sette anni di ritardo (era stato fissato per il 27 febbraio 2009). La commissione, nel verbale del 10 dicembre 2007, diede atto di come non fosse più possibile procedere al collaudo a causa del “notevole degrado funzionale degli impianti, dei servizi e delle infrastrutture per vetustà tecnologica, mancato funzionamento, invecchiamento e non rispondenza alle attuali normative”, certificando unicamente che “la documentazione contabile era coerente con le lavorazioni effettivamente eseguite”.
La Regione a quel punto revocò la convenzione ex Agensud, demandando all’Ufficio tecnico della Provincia di Brindisi di effettuare, in contraddittorio con il Comune di Francavilla, l’accertamento dei lavori e delle forniture eventualmente ancora utilizzabili e, inoltre, di quantificare la spesa che poteva essere legittimamente riconosciuta al Comune di Francavilla.

Di redigere la perizia fu incaricato l’ingegner Antonio Pulli della Provincia. Questi, accompagnato dai tecnici comunali Fulgenzio Clavica e Pasquale Basile, effettuò diversi sopralluoghi e, il primo febbraio 2012, trasmise al Comune la perizia con cui stabiliva che l’importo riconoscibile in favore del Comune ammontava a 4.916.608,49 euro.
La giunta comunale, il 2 marzo 2012, prese atto dei contenuti della perizia redatta dall’ingegner Pulli e dette indirizzo al dirigente dei Lavori pubblici di “adottare ogni atto o provvedimento necessario o comunque utile per la predisposizione, adozione e approvazione di progetto per il completamento, collaudo e successiva messa in funzionamento del centro di carico intermodale da inserire nel piano delle opere pubbliche 2012-2014.

Il 2 maggio 2012 la Regione chiese al Comune di Francavilla la restituzione di 1.055.579,64 euro quale differenza tra l’importo di 5.967.849,90 euro erogati e quello di 4.916.608,49 ammissibili, secondo l’ingegner Pulli, a finanziamento.
Il 28 maggio 2012, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti domandò conferma circa l’intenzione di realizzare i lavori mancanti e, in più, una rendicontazione dettagliata circa l’utilizzo dei fondi già ottenuti.

Il progetto preliminare per la manutenzione straordinaria dell’intermodale era stato approvato dalla giunta il 17 aprile 2012 e prevedeva l’impiego complessivo di 2.610.000 euro (1.800.000 euro con le somme già trasferite dal Ministero, 810mila euro mediante l’utilizzo di residui su mutui diversi contratti con la Cassa depositi e prestiti). Un intervento che avrebbe dovuto essere sancito in una nuova, specifica convenzione con il Ministero, convenzione che però non è stata mai più sottoscritta.

E allora il commissario Iaculli ha deciso: «Si ritiene di non stanziare ulteriori risorse da destinare al recupero strutturale e funzionale della struttura, nella convinzione che, allo stato, la stessa non risulta più idonea a rispondere alle esigenze per le quali era stata realizzata. Si rende invece necessario ed opportuno – prosegue – a fronte di idonee indagini di mercato, ipotizzare destinazioni d’uso diverse che tengano conto del mutato contesto socio-economico del territorio e che a fronte di adeguate previsioni di medio e lungo periodo consentano di utilizzare l’immobile traendo quindi le utilità attese dagli investimenti di denaro pubblico fin qui effettuati». Motivo, questo, per cui la manutenzione straordinaria dell’intermodale non è stata inserita nei piano triennali delle opere pubbliche 2013-2015 e 2014-2016 varati dal commissario prefettizio.

La Regione, nel frattempo, è tornata a bussare a denari, pretendendo la restituzione di quel milione di euro, pena il recupero forzoso. Il commissario, quindi, il 9 luglio 2013, «anche per scongiurare l’ultimo aggravamento della complessa vicenda a causa di una perdurante inerzia», ha comunicato la disponibilità del Comune a definire la questione precisando di dover comunque ricorrere a mezzi straordinari quale l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione, considerata l’entità della somma. Inoltre, per non sforare il patto di stabilità, la dottoressa Iaculli ha proposto di poter spalmare la somma in tre differenti esercizi finanziari.

Non solo: il commissario ha anche stabilito di potere e dovere recuperare la struttura, abbandonata e spesso vandalizzata, per il perseguimento di fini pubblici diversi da quelli originari grazie anche al contributo della Regione Puglia. Di questo si è per esempio parlato, presente il commissario, durante le sedute del 27 novembre e del 4 dicembre 2013 della commissione permanente Ambiente – assetto e utilizzazione del territorio del Consiglio regionale pugliese.

Ciononostante, Il 2 febbraio 2014, è giunto in Comune l’ultimo sollecito per la restituzione: 1.055.579,64 entro 20 giorni, altrimenti recupero coattivo.
Il commissario ha pertanto concepito la delibera, coi poteri della giunta, in cui dispone la restituzione della prima tranche – pari a 250mila euro – dell’importo alla Regione, precisando che l’importo è da considerarsi la come la differenza tra le somme ritenute dall’ingegner Pulli ammissibili a contributo e quelle erogate in ragione degli Stati d’avanzamento lavori approvati e di volta in volta notificati alla Regione Puglia e non come differenza tra l’ammontare dei lavori effettivamente eseguiti e le somme erogate in base alla convenzione sottoscritta a suo tempo con L’Agensud. Il commissario intanto restituisce, quindi, ferma comunque restando la possibilità di chiedere indietro le somme eventualmente non dovute e di accertare altre eventuali responsabilità in capo ai diversi soggetti dell’intera vicenda.

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