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Oria, giudice di pace sì o no? Torre ed Erchie dove sono? «Con Francavilla mai, anzi Brindisi»/VIDEO

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Gianni Gaeta, dipendente dell’ufficio del Gdp, il sindaco Pomarico e gli assessori Assanti e Iacovazzi

Pochi addetti ai lavori, sindaco e due assessori di Oria, questa mattina, per parlare del giudice di pace in via di soppressione. Assenti ingiustificati gli amministratori di Torre Santa Susanna ed Erchie. Emerge un retroscena, con l’amministrazione che dopo l’invito di Francavilla risponde: «Noi ci teniamo il nostro, che è storico, oppure ce ne andiamo anzi a Brindisi». La giustizia, il risparmio di avvocati e cittadini, il campanilismo e l’orgoglio a km 0. Questo e altro ancora in una vicenda che odora di commedia all’italiana

C’erano poche persone, ma è emerso comunque un po’ di tutto – o forse un po’ di nulla – durante la conferenza stampa di questa mattina presso l’ufficio del giudice di pace di Oria, convocata dall’amministrazione comunale in collaborazione con i dipendenti del presidio giudiziario ormai prossimo alla soppressione: pochi addetti ai lavori, sindaco e due assessori per parlare – neanche a dirlo – dell’eventuale salvataggio di un servizio importante, ma evidentemente non per tutti indispensabile. Assenti ingiustificati gli amministratori, pure invitati, di Torre Santa Susanna ed Erchie, comuni che fino a ieri l’altro ricadevano entro la giurisdizione dell’ufficio oritano. E poi, da Oria: «Noi con Francavilla mai, anzi a Brindisi».

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I presenti all’incontro di questa mattina

Il sindaco Cosimo Pomarico, affiancato dagli assessori al Contenzioso Cosimo Assanti e a Bilancio e programmazione economica Mariagrazia Iacovazzi, ha precisato come fin dapprincipio l’intenzione del Comune di Oria fosse quella di mantenere il giudice di pace, con la collaborazione di Torre ed Erchie, che però si sarebbero sempre disinteressati della questione. E oggi quei comuni non hanno fatto eccezione: nessun amministratore di Erchie o Torre era presente in sala, nonostante l’invito dei giorni scorsi. Oltre ai componenti della giunta oritana, c’erano appena sei avvocati di Oria, cui poi se ne sono aggiunti un paio di Torre. Presenti anche, ovviamente, i dipendenti dell’ufficio e un legale di Oria con incarico di giudice di pace a Manduria. Qualche cittadino appena. Stop.

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Nel clima d’incertezza che caratterizza la materia, tanto il sindaco, quanto i suoi assessori hanno assicurato che, se gli esborsi saranno abbordabili, il Comune di Oria tenterà in extremis di preservare il suo ufficio del giudice di pace, sobbarcandosi – se del caso anche in solitaria – i costi per il mantenimento della struttura: personale, utenze, locali, cancelleria, ecc.. L’immobile di via Astore è peraltro già di proprietà comunale e le bollette sono già pagate dal Comune. In realtà, anche due dei cinque impiegati sono dipendenti distaccati del Comune, che finora ha corrisposto loro stipendi e contributi salvo poi vederseli rimborsare dal Ministero della Giustizia. Ecco, se queste spese saranno sostenibili e si riuscirà a individuare i settori suscettibili di tagli – hanno assicurato Pomarico, Assanti e Iacovazzi – l’amministrazione farà di tutto per tenersi il giudice di pace.

Uno degli inviti rivolti invano dall'amministrazione comunale di Oria a quelle di Erchie e Torre nel 2012
Uno degli inviti rivolti invano dall’amministrazione comunale di Oria a quelle di Erchie e Torre nel 2012

Nel corso dell’incontro, trasformatosi ben presto in una chiacchierata informale tra i pochi intimi presenti, è emerso come nei mesi passati da una parte, la giunta abbia invitato invano i colleghi di Torre ed Erchie a prendere posizione, dall’altra come abbia rifiutato le avances di Francavilla Fontana, la cui amministrazione comunale, intenta a salvare l’ufficio francavillese – tentativo poi andato in porto – ha provato a tirare a sé anche le istituzioni oritane. L’allora sindaco Vincenzo della Corte e il suo assessore Antonio Andrisano si sono però trovati di fronte a un muro: «Se c’è un giudice di pace da salvare, preferiamo salvare il nostro, che è storico, oppure anzi ce ne andiamo a Brindisi», il concetto espresso dagli amministratori di Oria, che in quest’ottica hanno anche tentato di coinvolgere l’amministrazione di Latiano. Il diktat imposto dal governo centrale è infatti tanto semplice, quanto penalizzante: «Volete conservare i giudici di pace? Manteneteveli da soli», l’invito rivolto alle comunità locali. Di qui l’attività spasmodica delle giunte, andata avanti nei mesi passati, per cercare alleati e consorziati o, meglio, potenziali coinquilini coi quali dividere le spese.

Se ogni volta sembra tutto compiuto – come fino a qualche giorno fa, quando il Ministero ha sancito il depennamento dalla geografia giudiziaria dell’ufficio di Oria – passa appena qualche giorno e tutto ritorna in discussione, si aprono nuove possibilità. Questa potrebbe essere l’ennesima volta che succede: l’amministrazione pare intenzionata a presentare istanza al Ministero per avere precisa contezza dei costi da sostenere e, se del caso, per caricarseli sul groppone, in solitaria o anche grazie a un eventuale ripensamento e alla fattiva partecipazione di Erchie e Torre. Tutto compiuto, niente compiuto, insomma. Secondo la migliore tradizione dell’Italia, non a caso patria della commedia. All’italiana, per l’appunto.

Eliseo Zanzarelli

I dettagli e la viva voce dei protagonisti nel documento video 

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