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Torre Santa Susanna e i suoi don Diana e don Puglisi

chiesa-madre-torre-santa-susanna-don-dianaHa mietuto ascolti la fiction, mandata in onda nei giorni scorsi da Rai1, per ricordare i 20 anni dalla morte di don Giuseppe Diana, trucidato per essersi opposto al dominio della camorra. Riportiamo qui una lucida riflessione di Roberto Epifani, direttore de La Voce di Torre di Torre Santa Susanna, che partendo proprio dalle storie di don Diana e don Pino Puglisi, ricorda alcuni esempi locali di parroci antimafia, oppostisi con forza alle angherie della criminalità nel corso del loro sacerdozio. 

Sinceramente non conoscevo la storia di don Giuseppe Diana, vittima della camorra il 19 Marzo 1994. Ne ho conosciuto la storia seguendo la fiction su Rai Uno, dopo di che sono andato alla ricerca di notizie. 
Stesso copione di Don Puglisi, morto ammazzato dalla mafia in Sicilia. A don Giuseppe Diana non “importava” se Dio esistesse, ma di sapere da che parte stava. I fatti dimostrano che stava dalla sua parte, motivo per il quale è stato poi annoverato nella schiera dei martiri della Chiesa. Anche la nostra Torre Santa Susanna ha avuto preti che hanno tuonato forte contro i “venditori di morte” in occasione del decesso di un ragazzo per overdose. Fu all’epoca dei fatti don Giovanni Di Mauro, parroco della Chiesa Madre, a pagarne le conseguenze. La notte stessa del giorno in cui condannò dall’altare gli spacciatori, fu incendiato il portone della “sua” chiesa.

Don Tommaso Prisciano (oggi parroco presso la chiesa di San Francesco di Paola in San Barsanofio, a Oria), la notte di Natale del 1992, tuonò forte contro gli autori della lupara bianca nei confronti dei coniugi Guerriero, invitandoli a dire in confessione dove fossero nascosti i loro corpi: «Non vi denuncerò», promise. Per lui non ci furono fortunatamente ritorsioni, ma solo ammonimenti da parte di quelle che in paese vengono indicate comunemente come “bizzoche”: sarebbe stato opportuno evitare di trattare certi argomenti nelle omelie. Sono passati diversi anni da quelle vicende e a Torre Santa Susanna si avvicendati preti ai quali, a quanto pare, non è interessato più di tanto il fenomeno.

Don Giuseppe Diana ha combattuto e si è fatto ammazzare perché sperava in un futuro nuovo e migliore per le sue anime strette nella morsa della camorra. È questo, appunto, il suo messaggio, l’eredità che ci ha lasciato perché tutti noi c’impegniamo a costruire nella legalità un futuro diverso nelle nostre terre martoriate dalle mafie.

 Roberto Epifani

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