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Brindisi, Equitalia si prende i soldi di Vantaggiato: alle vittime del Morvillo Falcone neanche un euro

morvillo-falcone-giovanni-vantaggiatoIl danno – e che danno – e la beffa. Il danno, fisico e psicologico, dell’attentato al Morvillo Falcone; la beffa di un risarcimento, nonostante la condanna dell’attentatore Giovanni Vantaggiato, che per le vittime e i loro familiari tarderà ad arrivare: il fisco, per il tramite di Equitalia, ha congelato il patrimonio del bombarolo, scoperto anche evasore, e quindi quei soldi non si toccano. I debiti fiscali prima di tutto, la burocrazia ci mette il resto. E chi più di tutti ha patito le conseguenze di quel tragico fatto, cioè le studentesse e i loro congiunti, deve invece aspettare. Poi si pensa.

La sentenza con la quale Vantaggiato è stato condannato all’ergastolo ha anche riconosciuto alle vittime danni tra i 100 e i 200mila euro (200mila anche alla Regione Puglia), mentre ai genitori di Melissa Bassi sono stati riconosciuti 400mila euro. Soldi che però rimangono sulla carta, pura teoria. Il patrimonio di Vantaggiato è stato infatti spartito tra lo Stato, in osservanza della normativa antiterrorismo attivata dal ministero dell’Interno, e l’agenzia di riscossione, attivatasi dopo aver scoperto le cattive abitudini fiscali dell’imprenditore di Copertino. Equitalia si è impossessata immediatamente della liquidità sui conti correnti e 200mila euro depositati in una gestione del Monte dei Paschi di Siena. All’asta, ma ancora invenduto, è finito anche lo yatch di Vantaggiato, comperato nel 1997 per la cifra di un miliardo di lire.

È bene precisare che le leggi sono state rispettate, ma ciononostante emerge come forse queste leggi tanto eque non siano: se lo Stato ha soddisfatto subito i suoi appetiti punendo il gesto terroristico e l’evasione fiscale – notevole la sproporzione tra i redditi dichiarati da Vantaggiato e i beni acquisiti al suo patrimonio, in particolare nel 2004, quando la differenza toccò una punta di oltre un milione di euro – quanti più di tutti hanno sofferto per quella tragedia non hanno avuto neppure un centesimo.

Equitalia sarebbe anche stata più rapida e rapace del ministero dell’Interno, accaparrandosi somme per le quali l’erario era in credito sottraendole alla stessa confisca antiterroristica. Per ristabilire l’equilibrio sociale ora sarebbe necessario che il governo centrale prendesse posizione sull’attività della potente agenzia di riscossione diretta da Attilio Befera e che il ministero dell’Interno attivasse una corsia preferenziale a favore di vittime e familiari, la cui strada per  accedere al fondo per le vittime del terrorismo si preannuncia lunga e in salita.

Lo Stato si è preso quel che poteva e doveva. Chi ha sofferto, che avrebbe dovuto per primo essere risarcito già dopo la sentenza di primo grado, resta per ora a mani vuote. Paradossi legislativi e giudiziari italiani.

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