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Lavoro, l’indagine: «In Italia meglio pizzaioli e artigiani in genere che ricercatori». I settori che sfidano la crisi

pizzeria-badosLa crisi c’è, è estesa e riguarda più o meno tutti i settori, ma ce ne sono alcuni che si salvano eccome, sembrano anzi proprio andare controcorrente. Lo dicono gli esperti della Cgia di Mestre, secondo i quali alcune attività artigiane nel 2013 hanno creato 24mila posti di lavoro, soprattutto nei comparti alimentazione e servizi. Chi sta peggio, in Italia, è chi ha studiato e studia di più, ma in fondo questo si sapeva: i dottori di ricerca guadagnano il 50 per cento in meno rispetto ai colleghi all’estero.

L’artigianato, nel complesso, è in genere un settore falcidiato dall’attuale congiuntura economica, tanto che sono stati persi 28mila posti di lavoro, ma attenzione: la preparazione di cibi d’asporto segna dal 2009 a oggi una crescita del 21,9 per cento; non male neppure ditte di pulizia (+199 per cento in cinque anni) e i centri estetici (+14,6 per cento). Questo il podio, cui seguono: serramentisti e montatori di mobili, panettieri, giardinieri, gelatai, intonacatori, sarti, confezioni e abbigliamento.

Le ditte specializzate in tatuaggi e piercing non possono lamentarsi (+442 per cento), così come i pasticcieri e i pellettieri.

Se invece hai studiato fino a ottenere un dottorato di ricerca, ti conviene andartene all’estero: in Italia potresti guadagnare 20mila euro, fuori in media 30mila. Senza contare la maggiore possibilità di essere assunto come si deve.

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