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Francavilla, Giudice di pace, inutile ogni protesta: «Lo chiudiamo, punto»

ex-tribunale-giudice-di-pace-francavillaNon ci sarà alcun colpo di scena o ripensamento per quanto concerne l’ufficio del Giudice di pace di Francavilla: sarà chiuso perché la spesa non varrebbe l’impresa. Secondo la nuova amministrazione comunale della Città degli Imperiali, guidata dal sindaco Maurizio Bruno, ai costi da sostenere per conservare l’ultimo presidio di giustizia cittadino – dopo la perdita della sezione distaccata del Tribunale di Brindisi causa spending review del governo centrale – non corrisponderebbe una convenienza, in termini economici e di opportunità, almeno pari. Ciò significa che il Comune dovrebbe spendere soldi propri e, in più, rischiare che di vadersi indirettamente penalizzato da quanti abitualmente ricorrono al Giudice di pace, spesso cittadini che intentano cause contro il Comune per sinistri stradali provocati da buche o da insidie e trabocchetti stradali. negli anni passati e anche negli ultimi tempi, non sono stati pochi i processi dinanzi al Giudice di pace dai quali l’ente è uscito con le “ossa rotte” dopo che il magistrato onorario aveva deciso la controversia premiando le recriminazioni dell’attore di turno, deciso a contestare la mancata tempestiva riparazione di una buca o di una sconnessione nella pubblica via. Per mantenere un ufficio che, dati e normative alla mano, ha ormai assunto connotazione prettamente territoriale, inoltre, la giunta dovrebbe destinarvi, dopo averle formate a dovere con i costi che ciò comporta, almeno due unità lavorative presenti in pianta organica: da una parte, quindi, sorgerebbe la difficoltà di convincere i dipendenti comunali a rinunciare agli attuali incarichi per occuparsi di altri; dall’altra, si porrebbe il problema della formazione, ovviamente a carico del Comune. Per cosa? Per perpetuare il prestigio di ospitare un luogo di giustizia spesso e volentieri rivelatosi amaro per gli stessi conti di castello Imperiali. E, allora, fatta eccezione per Stefano Voccoli, avvocato civilista nella giunta Bruno, l’amministrazione è propensa a rinunciare al Giudice di pace per tutta una serie di argomentazioni ritenute valide e sufficienti. Non secondariamente, il nodo- testimoni: chiaro che, per qualche furbetto autoctono, pronto a recitare in loco la versione concordata, recarsi a Brindisi anziché nella propria città, costituirebbe un deterrente, piccolo ma pur sempre un deterrente. A dire dello stesso primo cittadino, dare parere favorevole al Ministero rispetto alla conservazione del Giudice di pace significherebbe un po’ quindi darsi la zappa sui piedi. Dunque, al di là delle critiche, al di là di una precedente deliberazione del Consiglio comunale volta a preservare il presidio, stavolta nessun parere contrario potrà incidere su una decisione – analizzati costi, tanti, e benefici, relativamente pochi – già presa. Francavilla, per quanto concerne il Giudice di pace, di cui si sono privati quasi tutti i Comuni del circondario, non sarà una mosca bianca: il gioco non vale la candela.

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