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«Sangue troppo caro», la Finanza indaga sull’Avis della provincia di Brindisi

avis donazionePrima la sospensione della convenzione con l’Asl, avvolta nel mistero e accompagnata dalle polemiche. Ora un’inchiesta della Procura, che coordina la Guardia di finanza di Brindisi, sull’Avis provinciale: la lente d’ingrandimento d’inquirenti e investigatori si posa soprattutto sul giro d’affari generato dalle raccolte di sangue nel Brindisino e sulla gestione delle risorse da parte dell’associazione di volontariato. L’ipotesi – tutta da accertare – è che l’associazione di volontariato abbia in qualche modo “gonfiato” le spettanze relative alle prestazioni effettuate. Al di là della solidarietà e degli scopi nobili da sempre alla base dell’operare degli avisini o solo di alcuni tra essi, solo l’anno scorso dalle casse dell’associazione sarebbe transitato qualcosa come poco più di 435mila euro, corrispettivo per le circa 12.500 sacche di plasma racimolate in provincia. Del caso si occupa il Nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle, che nei giorni scorsi ha eseguito perquisizioni e acquisito documentazione contabile presso l’ex ospedale Di Summa di Brindisi, dove sorge la sede provinciale Avis, e presso gli uffici amministrativi Asl di via Napoli, sempre nel capoluogo. Probabile che la revoca della convenzione con l’Avis Brindisi, disposta dal Coordinamento regionale attività trasfusionali e risalente allo scorso 23 aprile, sia in qualche modo legata all’approfondimento investigativo in corso.

 

 

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