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Caso Vitali, l’avvocato: «Accuse infondate, giustizia a orologeria: nessuna giornalista». Una nostra breve replica

Tribunale_di_Napoli
L’ingresso del Tribunale di Napoli

Si riceve e pubblica, fedelmente e integralmente, dall’avvocato Roberto Palmisano, del Foro di Brindisi, in relazione a questo articolo:

Fece entrare cronista in carcere (giornalista free lance, Annalisa Chirico); chiesto processo per Vitali, ex parlamentare Pdl in corsa come membro laico del Csm – (ANSA) – BRINDISI, 12 SET – I fatti risalgono al 24 ottobre 2011.

L'avvocato Roberto Palmisano
L’avvocato Roberto Palmisano

“Trattasi di accusa addirittura documentalmente infondata (la dott.ssa Chirico al 24 ottobre 2011 non era iscritta ad alcun Ordine Professinale e men che meno a quello dei giornalisti), eppure pervicacemente coltivata dalla Pubblica Accusa nei confronti del mio assistito sulla base dello schema “io la penso così”, prescindendosi dal testo di legge e dalla volonta’ del legislatore.

La tempistica della diffusione della notizia e la innegabile influenza della stessa sulle decisioni che il Parlamento stà prendendo in queste ore, ripetono all’infinito uno schema violativo dei principi fondanti del nostro Ordinamento Costituzione che non ci si deve stancare di rappresentare all’opinione pubblica.”

Luigi Vitali
Luigi Vitali

E’ quanto dichiarato dall’avv. Roberto Palmisano del Foro di Brindisi, difensore dell’ex parlamentare Luigi Vitali, commentando l’ANSA di quest’oggi emessa dalla Procura della repubblica di Napoli.

Solo un paio di note a margine – ferma restando la nostra solidarietà alla collega Annalisa Chirico, che in ogni caso ha agito, pare di capire, nell’esercizio di una propria aspirazione personale quando non professionale e come tale suscettibile di valutazione ad hoc da parte dei magistrati –  ad esplicazione di situazioni a noi conosciute, probabilmente soltanto in quanto effettivamente addetti ai lavori, più che all’avvocato Palmisano, si rendono necessarie: casistica e stessa, consolidata giurisprudenza insegnano che giornalista può essere considerato anche colei o colui che esercita l’attività giornalistica in attesa dell’iscrizione all’albo professionale, che si compone di tre distinti elenchi: quello dei giornalisti pubblicisti, quello dei praticanti e quello dei professionisti. 

Se questi ultimi, dopo aver superato l’esame di abilitazione professionale su scala nazionale, possono essere considerati giornalisti che esercitano in via esclusiva l’attività giornalistica, per le altre due categorie esistono situazioni per così dire di “limbo” professionale” propedeutiche all’iscrizione nei rispettivi elenchi: quello dei pubblicisti e quello dei professionisti.  

I giornalisti pubblicisti altri non sono – tralasciando, in questa sede, i recenti sviluppi della professione – se non persone che secondariamente, seppur con continuità e dietro compenso, esercitano l’attività giornalistica. Prima di poter richiedere l’iscrizione all’albo, essi devono esercitare la professione per almeno due anni nell’ambito di un’impresa giornalistica registrata o da liberi professionisti per poi esibire all’Ordine un determinato numero di pubblicazioni e dimostrare di essere stati retribuiti per la redazione di esse. 

I giornalisti praticanti sono invece sostanzialmente giornalisti aspiranti professionisti e la loro attività, da dipendenti o da free lance (liberi professionisti dell’informazione), in ogni caso scolpita in un’apposita sezione dell’albo tenuto presso i Consigli regionali dell’Ordine, comporta a tutti gli effetti un’equiparazione a quella dei pubblicisti e dei professionisti.

L’esercizio della professione degli uni e degli altri – aspiranti pubblicisti e praticanti, aspiranti professionisti – è finalizzata all’ottenimento dello status di giornalista e, nella situazione di “limbo” di cui sopra, a loro sono accordati doveri, diritti e prerogative disposte per pubblicisti e praticanti. 

Ciò per dire che, in attesa dell’iscrizione negli elenchi dei pubblicisti e dei professionisti, non si può non riconoscere come giornalisti coloro i quali esercitano, a tutti gli effetti, l’attività giornalistica, al di là dell’iscrizione nei relativi elenchi dell’albo regionale di competenza. 

Un’altra e ultima precisazione in merito al comunicato dell’avvocato Palmisano si rende doverosa: un’Ansa, che altro non è se non la storica e prestigiosa agenzia di stampa nazionale, non viene emessa da una Procura, ma per l’appunto dai colleghi giornalisti dell’Ansa, i quali, dopo aver verificato le notizie, le pubblicano e le trasmettono agli organi di stampa convenzionati, ai quali spetta poi verificarle a propria volta e, infine, pubblicarle sui propri organi. 

El.Zanz. 

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