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«L’associazione della polizia ‘abusivamente’ nei locali del Comune?». Silenzi e imbarazzi nell’inchiesta sul paradosso di Francavilla

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Schermata 2015-02-07 a 16.59.08In attesa di maggiori chiarimenti da parte dell’amministrazione comunale, o di altre eventuali autorità, la cessione dei locali dell’ex ospedale Di Summa all’assiociazione della Polizia di Stato a Francavilla Fontana, appare come il più classico – ma anche il più clamoroso – dei paradossi: un “abusivo” presidio di legalità. Praticamente un ossimoro, una contraddizione in termini. Per fare luce sulla vicenda dei locali affidati all’associazione senza uno straccio di delibera, il giornalista Michele Iurlaro si è presentato armato di videocamera e microfono all’inaugurazione della nuova sede, appuntamento cui erano presenti personalità delle forze dell’ordine, del clero, della politica e della magistratura. Il nodo da sciogliere, in sintesi, è il seguente: dal momento che i locali in questione sono di proprietà pubblica, cioè di tutti, con quale criterio il Comune ha scelto di cederli all’associazione della Polizia di Stato – per giunta rappresentata in città da un consigliere comunale del Pd – e non ad altre? Chi lo ha deciso, e con quale atto ufficiale? Tante altre associazioni, tra le quali anche per esempio l’Associazione nazionale carabinieri, sono in attesa di un locale pubblico da anni: gli ex carabinieri addirittura lo attendono da 12 anni…

L'inaugurazione della sede dell'Associazione della Polizia di Stato a Francavilla Fontana
L’inaugurazione della sede dell’Associazione della Polizia di Stato a Francavilla Fontana

Effettivamente, al momento, sembra che di una delibera per concedere i locali a poliziotti ed ex agenti non vi sia neanche l’ombra. Ma la bomba, esplosa nelle mani di Maurizio Bruno e della sua amministrazione di centrosinistra, è però stata innescata molto tempo prima: era Della Corte (centrodestra). La stessa Protezione civile che ha ceduto due sue stanze all’associazione della Polizia di Stato, occuperebbe da allora la sede senza che alla base vi sia stato un qualche provvedimento ufficiale, una delibera, una gara, un bando, qualcosa. Un’anomalia alla quale però nessuno ha ancora posto rimedio: né il commissario prefettizio prima, né l’amministrazione Bruno poi. Ma il primo cittadino, incalzato dalle domande di Iurlaro, si difende e precisa: “Sono mesi che chiedo ai dipendenti del Comune gli atti relativi a questi locali. Nessuno vuole darmeli, e per questo qualcuno pagherà”. In questo video, pubblicato sul blog www.iurlaro.com, l’inchiesta di Michele Iurlaro sul caso.

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