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La testimonianza: «Io, allontanato dalla protezione civile intitolata a mio figlio per aver chiesto trasparenza: nessun lucro per i soci»

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Ospitiamo qui di seguito un intervento di Giovanni Bianco, socio fondatore dell’associazione di una delle cinque associazioni protezione civile di Torre Santa Susanna, la “Antonio Bianco”, intitolata tra l’altro a suo figlio scomparso. Nei giorni scorsi abbiamo riportato alcune notizie di cronaca che hanno riguardato la stessa associazione, al cui interno sono da qualche tempo a questa parte sorte discussioni circa l’aumento della quota annuale e circa la presunta gestione poco trasparente dei conti, circostanze che hanno portato il direttivo a optare proprio per l’allontanamento di Bianco:

Giovanni Bianco
Giovanni Bianco

Il sottoscritto Giovanni Bianco, socio fondatore della Protezione Civile “Antonio Bianco”, unico rimasto dei soci fondatori dell’associazione il 27 ottobre 2005, precisa che l’associazione stessa porta il nome di suo figlio Antonio Bianco, nato l’8 marzo 1979 e scomparso tragicamente.

Con grandi sacrifici, il sottoscritto i soci hanno portato l’associazione a grandi livelli, con alla base forti e sentiti valori umani, fino a raggiungere il numero di 180 iscritti negli anni precedenti.

L’associazione che il sottoscritto voleva:

un’associazione le cui attività fossero rivolte al Sociale e al territorio, nel pieno rispetto della legge quadro sul volontariato (numero 266 del 2001) di cui la Repubblica italiana riconosce il valore sociale e le funzioni di partecipazione, solidarietà e pluralismo nell’ambito delle finalità di carattere sociale, civile e culturale.

Per il sottoscritto è fondamentale rilanciare quei grandi valori che muovono il volontariato e prestare la propria opera in modo personale e spontaneo, gratuito e senza fine di lucro anche indiretto, ed esclusivamente perseguendo fini di solidarietà, salvaguardia del bene comune, delle pedone e del territorio, nel pieno rispetto della legge 241/1990 e della 266/2001.

Un’associazione di protezione civile che si muova, insomma, all’insegna anche dei principi di trasparenza amministrativa e gestionale: basi fondamentali con a monte valori etici che mai devono trasformarla in uno strumento per perseguire fini privati o di mercato.

Qualcosa, purtroppo, negli ultimi tempi si è rotto all’interno della nostra associazione.

L’aumento delle tessere a 30 euro per i soci ordinari era un modo di allontanarli dall’associazione stessa, per allontanare quegli stessi soci che per dieci anni hanno dato alla “Antonio Bianco” il proprio importantissimo contributo.

In un’associazione non devono esistere soci di serie A e soci di serie B. Una cosa ci deve accomunare: i valori umani e sociali.

Voglio per questo precisare quanto apparso sulla stampa nei giorni scorsi circa una rissa interna all’associazione: ci sono stati solo normali contrasti per l’aumento della quota associativa.

In ogni caso, il sottoscritto si dichiara pronto a un confronto diretto con gli organi provinciali e regionali della Protezione Civile, con documenti cartacei e altro alla mano, per risolvere una volta per tutte una questione che non mi dà pace e dimostrare come la posizione del sottoscritto sia cristallina.

Per quanto concerne infine l’allontanamento del sottoscritto dalla stessa associazione “Antonio Bianco” lo ritengo ingiusto quanto illegale.

L’associazione non deve essere gestita da padri-padroni, bensì rispettando i principi delle normative succitate anche in questo senso: per una vera democrazia partecipativa al servizio del territorio e dei cittadini.

Giovanni Bianco, socio fondatore Associazione di Protezione Civile “Antonio Bianco” – Torre Santa Susanna

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