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Partecipazione popolare nel nuovo Statuto del Comune di Francavilla, Tatarano: «Occorre più coraggio, soglie troppo severe: abolire i quorum»

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Sergio Tatarano

Si riceve e pubblica:

La nuova bozza di statuto comunale, nella sezione relativa agli strumenti di partecipazione, appare ad una prima lettura un testo privo di una accettabile dose di coraggio e lungimiranza politica.
Preliminarmente va detto che appare indispensabile informare di quale sia la posta in gioco e far passare un messaggio chiaro a tutti i francavillesi, perché gli stessi si sentano coinvolti in questo percorso, bisogna rimarcare cioè il fatto che uno statuto democratico e moderno incide direttamente sulla vita di tutti i cittadini e la può rendere migliore, aumentando il nostro grado di consapevolezza e maturità; diversamente rischiamo di essere condannati a restare estranei alle decisioni della politica.

Sorvolando momentaneamente sul mancato inserimento di alcuni istituti, appare necessario per ora focalizzare l’attenzione sulle regole troppo restrittive degli strumenti già previsti: pensiamo alle petizioni e alle istanze (per le quali si richiedono 150 firme; a mo’ di esempio, Rimini che ha 142mila abitanti ne richiede cento) o alle proposte di delibera (per le quali si richiedono 1000 firme, lo stesso numero di Latina che però ha 120mila abitanti; Torino, con quasi un milione di abitanti, ne richiede 1500), ma soprattutto pensiamo ai referendum, che su molte materie non possono essere indetti, che sono previsti solo come consultivo e abrogativo e non anche propositivo e per i quali non hanno diritto di voto i 16enni.

Ma un punto politicamente decisivo su cui fin da subito va aperto un confronto tra le forze politiche è anzitutto, specie per la sua portata politica, l’abolizione del quorum (previsto nella misura del 30% per il consultivo e del 50% per l’abrogativo); abolire il quorum – scelta di Comuni come Parma o Vicenza – significa far scegliere i cittadini attivi e non chi rimane a casa su consiglio delle segreterie politiche; significa costringere tutti a spiegare le ragioni di un sì o di un no ed impedire che a vincere sia il boicottaggio di qualcuno, che è sempre contrario all’interesse collettivo. Abolire il quorum significa soprattutto rendere una comunità più consapevole delle proprie scelte, più informata, meno succube. I partiti si esprimano e stimolino un confronto serrato e magari appassionato su questo punto.
E’ da lì che bisogna ripartire per riformare questa parte dello statuto. Non possiamo buttare un’occasione del genere.

Sergio Tatarano 

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