E’ un cuore che batte su più frequenze quello dei tifosi della Virtus. Un cuore capace di pompare sangue bianco e azzurro a ritmi forsennati quando il Francavilla scende in campo, ma anche solidarietà e dolcezza quando lo stadio è vuoto e c’è chi invoca una mano. Come il piccolo Francesco Schiavone, 4 anni, affetto da una rarissima malattia genetica che impedisce di parlare e sentire, ma anche di camminare, correre, di sgambettare così come qualunque bambino della sua età. Alcuni mesi fa i suoi genitori Daniela Catanzaro e Cosimo Schiavone, umili e instancabili lavoratori, titolari di un negozio di ortofrutta a Francavilla Fontana, hanno deciso di uscire dall’angolo in cui la sorte aveva voluto confinarli, e combattere a viso aperto per il loro bambino. Francesco ha bisogno di assistenza continua, continue cure, e viaggi per i centri specializzati d’Italia.
Cosimo e Daniela, da soli, non potevano e non possono farcela. Per questo hanno chiesto un aiuto a chiunque volesse dar loro una mano. Un appello raccolto in questi mesi da cittadini e associazioni. E ora anche dai tifosi. Il “Gruppo alcolico” e il “Gruppo autonomo” della tifoseria griffata Virtus Francavilla, tra un slogan e una trasferta, hanno raccolto fondi per partecipare a questa campagna di solidarietà. E sabato sera, durante i festeggiamenti per la triplice vittoria dei loro beniamini – Coppa Puglia, promozione in D e Coppa Italia – hanno consegnato a papà Mimmo e al piccolo Francesco il frutto del loro impegno: un assegno di 720 euro.
“Li ringrazio di vero cuore – è il commento commosso di mamma Daniela – Non sapevamo di questa sorpresa. Eravamo lì, si sono avvicinati a mio marito e hanno detto ‘Vieni con noi, porta Francesco'”. Un ennesimo incoraggiamento a resistere, a sperare, che seguo quello quotidiano di tanti cittadini che silenziosamente, centesimo dopo centesimo, provano a dare il proprio contributo alla più giusta della cause. “Ringraziando tutta la popolazione francavillese – dice Daniela – che fino ad oggi nel loro piccolo ci stanno sostenendo. E li ringrazio veramente, senza il loro aiuto non avrei potuto affrontare il viaggio a gennaio, e grazie a loro a giugno so come affrontare un altro viaggio al Gaslini”.
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