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Ricompare la scritta omofoba nel porto di Campomarino. Il sindaco: «Solo una goliardata»

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scritta omofoba campomarino
La nuova scritta, comparsa solo qualche giorno addietro

“Abbanni li ricchiuni da Dayala” – Via i gay da D’Ayala. La scritta omofoba è ricomparsa nel porticciolo turistico. Secondo il sindaco si tratta soltanto una goliardata.

Campomarino di Maruggio, nota località balneare lungo la costa jonica tarantina, è frequentata anche da omosessuali. In particolare, sembra che la loro porzione di spiaggia prediletta sia quella antistante la Pineta del Conte d’Ayala, in direzione Torre Ovo. Lì si godono il mare e prendono la tintarella numerosi nudisti, molti dei quali – pare – attratti da persone dello stesso sesso. Una consuetudine che da sempre desta numerose polemiche: nudisti e gay a due passi dagli ombrelloni delle famigliole con bimbi al seguito? Sacrilegio.

Certo, c’è chi è indifferente, ché tanto di spiaggia ce n’è tanta e, se proprio danno fastidio certi “costumi” – scusando il gioco di parole – ci si può sempre spostare un po’ più in là. Ma sono tanti anche coloro ai quali la cosa non piace affatto. Sono sicuramente da annoverare tra questi ultimi gli autori dell’invito redatto a caratteri cubitali sul muro di cinta interno del porto. Una scritta, decisamente e obiettivamente omofoba, che era già comparsa anni addietro e che era poi stata cancellata dal trascorrere del tempo.

Qualcuno ha però nei giorni scorsi pensato di darle una rinfrescata, ricalcandola – e riaffermando il concetto – con della vernice di colore nero. Della serie: «Io qui non posso entrare». Un murales minimal che i diportisti, tra i quali numerosa gente che approda da fuori, non possono ignorare.

Contattato telefonicamente, il sindaco di Maruggio Alfredo Longo ha dichiarato: «Quella scritta comparve lì diversi anni addietro, forse addirittura decenni e col tempo e le mareggiate era via via sbiadita: è chiaro che non sia decorosa anche per il messaggio che contiene, ma io non parlerei di offesa, al massimo di goliardata».

Una goliardata che il Comune s’impegna a rimuovere? «Non è del tutto chiaro di chi sia la competenza a occuparsi degli interventi all’interno del porticciolo, giacché l’area è in concessione demaniale, ma valuteremo se sia il caso d’intervenire anche sulla base dei costi: se oggi andassimo a coprirla e domani poi ricomparisse, avremmo solo speso male i soldi della collettività».

Insomma, forse dovrà essere nuovamente la natura a mettere mano, con pazienza, al cancellino. Ci vorranno quasi sicuramente degli anni, nella speranza che quando ciò avverrà, nel frattempo qualcosa sia cambiato non solo su quel muro, ma soprattutto nella testa di chi seguita a imbrattarlo con la sua intolleranza.

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La vecchia scritta

 

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