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Superlatitante fugge sui tetti, ma la polizia lo arresta ugualmente: era ricercato anche all’estero

Non gli è servita né la corsa sui tetti né un passaggio segreto che aveva imboccato per seminare gli inseguitori: il superlatitante Giovanni Basile, ostunese di 38 anni, è stato catturato ieri intorno alle 13,30 dagli uomini in forza al locale commissariato, diretti dal vice questore aggiunto Francesco Angiuli e coordinati dal procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi. Tra le altre cose, Basile si era reso responsabile di un gesto intimidatorio anche nei confronti dell’ex sindaco della Città Bianca Domenico Tanzarella.

Le indagini sono partite mesi addietro, quando Basile era stato arrestato, insieme con altre tre persone con precedenti, nell’ambito dell’operazione “New Deal” per delitti commessi nei confronti di amministratori locali e dello stesso primo cittadino dell’epoca (2009). Gravissime le accuse: associazione mafiosa, incendio, miancce aggravate (cartucce di fucile a domicilio e una testa di cavallo scuoiata). Dal momento in cui Basile fu scarcerato, dopo la custodia cautelare a seguito di ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Brindisi Valerio Fracassi, è stato tenuto sotto costante controllo. Nell’agosto 2012, poco dopo la scarcerazione, nei suoi confronti erano stati emessi provvedimenti di un certo peso relativi a sentenze a suo carico passate in giudicato per fatti compresi tra il 1994 e il 2013. In particolare:

  • Ordine di esecuzione di pene concorrenti nei confronti di condannato in stato di libertà, emesso dalla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Brindisi – Ufficio Esecuzioni Penali, a firma del P.M. dott. Nicolangelo Ghizzardi, per l’espiazione della PENA COMPLESSIVA DI ANNI 13 e giorni 15 di RECLUSIONE.
  • tentata estorsione – Fatti commessi in Ceglie Messapica nel 2004;
  • rapina aggravata, in concorso – Ostuni, nel 1994;
  • estorsione, in concorso – Fatti commessi in Ostuni, nel 1996;
  • violenza privata, in concorso – Ostuni nel 1996;
  • furti pluriaggravati e continuati, in concorso – in Ostuni nel 2006;
  • estorsione continuata, in concorso, commettendo i fatti al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso ed avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416/bis c.p. – In Ostuni dal marzo al mese di ottobre 2008;
  • furto di energia elettrica . In Ostuni, nell’ottobre 2006;
  • più violazioni della SORVEGLIANZA SPECIALE DELLA P.S. CON OBBLIGO DI SOGGIORNO (cui era stato sottoposto in ragione della pericolosità sociale accertata) – in Ostuni, nel marzo 2013, all’esito delle quali si era poi reso del tutto IRREPERIBILE;
  • etc…
  • Ordine di esecuzione per la carcerazione”, emesso dalla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Brindisi – Ufficio Esecuzioni Penali, a firma del P.M. dott. Nicolangelo GHIZZARDI, per l’espiazione della pena di ANNI 1 DI RECLUSIONE. Più in dettaglio, tale pena è da riconnettere al processo subito dal super ricercato BASILE perché ritenuto responsabile di favoreggiamento personale aggravato in favore di CIRASINO Francesco, pluripregiudicato ostunese: nel mese di luglio 2008, CIRASINO Francesco fu arrestato perché ritenuto responsabile della gambizzazione dello stesso BASILE. Quest’ultimo, dal canto suo, non aveva riferito ai poliziotti del Commissariato di Ostuni alcunché in merito al gravissimo episodio delittuoso avvenuto nel pieno centro cittadino di Ostuni.

Solo che proprio da quel momento e prima che quei provvedimenti fossero eseguiti, Basile si era dato alla macchia. A marzo 2013 era stato dichiarato latitante. Ma gli agenti del commissariato di Ostuni non si sono dati per vinti e hanno cominciato a monitorare i soggetti coinvolti nell’operazione New Deal (per la quale Basile era stato nel frattempo condannato a quattro anni e due mesi di carcere). Di qui sono emerse sue connessioni con ambienti criminali in Spagna (motivo per il quale è stata interessata del caso anche la Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’Interno).

Le investigazioni, condotte mediante tecniche tradizionali ma anche sofisticate, hanno condotto ad accumulare preziose evidenze: finanche in Spagna s’indaga ora per presunti crimini commessi da Basile.

La cattura.

Giovanni Basile
Giovanni Basile

Numerosi agenti, nella tarda mattinata di ieri, sono stati mandati a presidiare la zona ottocentesca di Ostuni, soprattutto sui tetti. Quando è stata disposta l’irruzione nell’abitazione di famiglia in cui si sospettava potesse trovarsi, effettivamente si sono imbattuti nel superlatitante.

Questi, però, è subito fuggito sul terrazzo per tentare la fuga di tetto in tetto fino a quando non ha addirittura tentato d’intrufolarsi in una botola in muratura che esce in un vicino appartamento in cui risiedono degli extracomunitari. La porta era tenuta aperta, probabilmente proprio per consentire a Basile di dileguarsi eludendo un eventuale controllo di polizia.

Solo che, proprio mentre si stava eclissando nella botola, il fuggitivo è stato bloccato energicamente dai poliziotti ai quali non ha, peraltro, opposto resistenza.

Dopo è stata anche perquisita l’abitazione in cui Basile – condotto finalmente nel carcere di Brindisi – si nascondeva insieme con la moglie e figlia minorenne: qui gli agenti hanno trovato un cellulare con Sim spagnola il cui contenuto ora viene accuratamente analizzato.

Nei confronti del 38enne ostunese, poco prima della sua cattura, la Procura della Repubblica presso il tribunale di Brindisi aveva richiesto nove mandati di arresto europeo, tenuto conto che il ricercato spaziava tra il Nord Italia e l’estero.

Le indagini, intanto, proseguono, seguite costantemente, oltre che dal dirigente Angiuli, anche dal procuratore aggiunto Ghizzardi e dal questore di Brindisi Roberto Gentile.

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