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La denuncia: «A Francavilla come a Messina: io, senz’acqua da 10 giorni»

acquedotto maria pasqualina

Messina non è poi purtroppo così lontana: per motivi diversi, anche qui c’è chi è senz’acqua da dieci giorni. E la colpa, a quanto pare, è interamente dell’Acquedotto pugliese, che ritarda nel garantire il godimento di un diritto primario. La denuncia arriva dalla signora Maria Pasqualina, di Francavilla Fontana, la quale deve arrangiarsi alla meno peggio nonostante abbia saldato da tempo il debito con il gestore.

La signora Maria Pasqualina
La signora Maria Pasqualina

Dopo essere subentrata da circa un anno ai suoceri nell’affitto di un appartamento in vico II Castello, la signora Maria un bel giorno a scoperto di avere con l’Aqp un arretrato di oltre mille euro, un debito sostanzialmente “ereditato”. Si è andata a informare e le è stato riferito che, anziché pagare in un’unica soluzione, avrebbe potuto rateizzare l’intero importo. Così ha fatto, accollandosi la prima rata di circa 300 euro e sperando che di lì a poco avrebbe potuto nuovamente lavarsi, cucinare, fare il bucato, insomma tutte quelle cose normalissime che si fanno quando si dispone del servizio idrico. Ma sta ancora aspettando. Anzi: dopo averle staccato il contatore mentre si trovava al lavoro, le hanno poi addirittura interrotto direttamente l’allaccio. Il che comporta un aumento delle spese per il ripristino…

«Mi avevano detto che saldando la prima rata – spiega – mi avrebbero subito riabilitato il contatore, che è intestato al proprietario di casa, e riallacciato il tronco, ma dal 31 ottobre a oggi li ho contattati numerose volte, ma hanno sempre rinviato il sopralluogo, da parte di un geometra, che sarebbe necessario per procedere».

«È una situazione insostenibile – prosegue – che non auguro a nessuno: per fortuna mi aiutano i vicini di casa, anche se posso assicurare che è una cosa umiliante doversi far prestare una cosa primaria come l’acqua, dover ringraziare, doversi un giorno sdebitare per una cosa che già oggi mi spetterebbe di diritto».

Non ne può più, Maria, che sta meditando di andare a sporgere denuncia alle forze dell’ordine nei confronti dell’Acquedotto: «Quando si è trattato di tagliare – conclude amaramente – ci hanno messo pochissimo, ora che si tratta di restituirmi ciò che mi spetta, invece, mi stanno facendo patire le pene dell’inferno: ma sono davvero stanca e incazzata, spero di non dovere arrivare a denunciarli».

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