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Droga nel carcere in un evidenziatore, torna libero il pastore evangelista: non ne sapeva nulla

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L’evidenziatore con all’interno la droga introdotto in carcere, pare a sua insaputa, dal pastore evangelista Antonio Bleve

L’accusa nei suoi confronti era e resta grave: l’aver introdotto nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, un evidenziatore con all’interno della droga e di averlo consegnato a un detenuto. Il pastore della Chiesa Evangelica, Antonio Tonino Bleve, di Brindisi, è stato però oggi scarcerato e si fa sempre più concreta l’ipotesi che sia stato in qualche modo “incastrato”. Il gip del Tribunale di Lecce, Antonio Gallo, ha concordato con le tesi esposte dall’avvocato Pasquale Fistetti e, pur avendo formalmente convalidato l’arresto, ha disposto che il volontario non debba essere sottoposto ad alcuna misura cautelare in quanto non ne sussistono i presupposti.

Martedì scorso 23 febbraio, Bleve era partito alla volta della casa circondariale salentina dove avrebbe celebrato una funzione religiosa a beneficio dei detenuti che hanno aderito al culto evangelista. In precedenza era stato però contattato da un familiare di Salvatore Carlino, recluso proprio a Borgo San Nicola, che gli aveva chiesto la cortesia di portare nel penitenziario e di consegnare al suo congiunto quattro penne e un evidenziatore. Così, il pastore e il parente di Carlino si sono incontrati davanti al Tribunale di Brindisi e il secondo ha consegnato al primo il materiali di cancelleria. Una volta giunto nel penitenziario e prima di officiare il rito, Bleve ha chiamato a sé il detenuto e gli ha consegnato tutto. Carlino, dopo aver preso in carico penne ed evidenziatore, a quel punto è fuggito in bagno anziché assistere alla funzione. La cosa ha insospettivo le guardie carcerarie che hanno notato l’insolita scena nelle telecamere di sicurezza. Ed è dunque scattato il controllo: nell’evidenziatore in possesso del detenuto sono stati trovati e sottoposti a sequestro diversi tocchetti di hascisc, mentre Bleve è stato arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Denunciato, invece, Carlino.

Il resto è storia recente ed è stata scritta in un’aula del Tribunale di Lecce, in sede di udienza di convalida, questa mattina. L’avvocato Fistetti ha chiesto al giudice di acquisire il numero di telefono del parente di Carlino che si era messo in contatto con il pastore per chiedergli quella cortesia e, successivamente, è stato anche ascoltato il detenuto. Quest’ultimo ha ammesso che sì, sapeva che in quell’evidenziatore ci sarebbe stata della sostanza stupefacente, ma ha precisato come non fosse destinata a lui ma a un altro ospite del carcere. Ha poi anche detto che Bleve non era a conoscenza del contenuto. Così, nonostante il pubblico ministero Donativa Buffelli avesse chiesto la conferma della custodia in carcere, il gip Gallo ha disposto che il religioso – con alle spalle 20 anni di onorato, onesto e gratuito servizio presso la casa circondariale – fosse immediatamente rimesso in libertà.

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