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L’Aventino della minoranza di Francavilla: per protesta, tutti fuori dall’aula del Consiglio

consiglio comunale francavilla new

Una scena che ha ricordato – mutatis mutandis – il cosiddetto “Aventino” quella andata in scena durante il Consiglio comunale di questo pomeriggio a Francavilla Fontana: la minoranza, tutta la minoranza, ha abbandonato l’aula per protesta contro una maggioranza definita “sorda” ad ascoltarne le ragioni. Il casus belli è stato rappresentato dal presunto mancato rispetto dei termini che devono essere concessi ai consiglieri, a tutti i consiglieri, per studiare i documenti, ed eventualmente presentare degli emendamenti, quando all’ordine del giorno vi siano tematiche concernenti in senso ampio il bilancio, così come previsto dall’articolo 38 del Regolamento di contabilità (approvato il 29 dicembre 2105).

E oggi si parlava di Irpef, Imu, Tari, Tosap e pubbliche affissioni. I giorni a disposizione avrebbero dovuto essere dieci, mentre ne sono stati concessi soltanto cinque (a partire dalla PEC datata 1 aprile e inviata a tutti i componenti delle assise). Cosa, questa, della quale si era già peraltro discusso animatamente nel corso della commissione Bilancio riunitasi ieri 4 aprile 2016 (con il presidente in quota Partito democratico Raffaele Pappadà e il capogruppo di Forza Italia Mimmo Bungaro protagonisti).

Così, la consigliera Sara Milone di Forza Italia ha posto in avvio della seduta odierna una questione pregiudiziale, condivisa da tutti i colleghi dell’opposizione, che è stata però bocciata in blocco dagli avversari. Dopo di che, gli stessi Milone, Bungaro e Antonio Andrisano (Fi), ma anche Euprepio Curto (Progetto per l’Italia), Emanuele Modugno (Rifondazione comunista) e Luigi Fanizza (Sinistra ecologia libertà) hanno deciso di togliere il disturbo e si sono accomodati fuori. Un attimo prima era uscito anche il consigliere Angelo di Noi del Pd, ma non si sa se per lo stesso motivo. La maggioranza aveva in precedenza giustificato il mancato rispetto dei termini sostenendo come quelle poste in discussione non rappresentassero tematiche prettamente di bilancio ma soltanto atti a esso propedeutici.

Nel corso dei lavori non sono poi mancati momenti di tensione tra il sindaco Maurizio Bruno e la presidente del Consiglio comunale Maria Passaro. Oggetto del contendere, in questo caso, il fatto che Passaro avesse ritirato dall’ordine del giorno due degli argomenti che vi erano prima presenti, e cioè “Approvazione Piani di zona per l’edilizia economica e popolare e piani di zona per gli insediamenti produttivi e terziari – Determinazione del prezzo” e “Approvazione programma triennale LL.PP.- Triennio 2016/2018 ed elenco annuale 2016”.

Bruno ha quindi denunciato la presunta parzialità della presidente e annunciato d’intenderne parlarne direttamente con il prefetto di Brindisi. Dal canto suo, Passaro ha assicurato di aver agito con onestà intellettuale e nel pieno rispetto delle sue prerogative. Ciò, anche perché, oltre a quei due punti “cari” all’amministrazione, aveva stralciato anche tre mozioni presentate da consiglieri delle opposizioni: “Mozione presentata dal Capogruppo della Puglia Prima di Tutto Dott. Giovanni Capuano inerente la sospensione delle cartelle di pagamento del Consorzio Arneo”; “Mozione presentata dal Capogruppo di S.E.L. Sig. Luigi Fanizza inerente il servizio di affissioni e defissioni – Affidamento appalto in economia”; “Mozione presentata dal Capogruppo di P.R.C. Sig. Emanuele Modugno inerente il Patrimonio Immobiliare Comunale”.

Al di là di questo e prima di allontanarsi dall’assemblea, i consiglieri dissidenti avevano fatto in tempo a segnalare e stigmatizzare un problema di merito: dal piano predisposto dall’amministrazione comunale è emerso – a loro dire – che quest’anno i cittadini di Francavilla Fontana andranno incontro a una stangata nel nome della Tari. Oltre ad aver saldato entro questo mese (scadenza 16 aprile) le quattro rate della tassa relative al 2015, da giugno a dicembre 2016 si ritroveranno a pagare le tre relative all’anno in corso.

 

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