«Mi hanno prima lampeggiato da dietro, poi mi hanno affiancata, facendomi segno di abbassare il finestrino: erano due uomini, probabilmente stranieri, e uno di loro mi è sembrato avesse una bomboletta spray tra le mani». Lo racconta una donna che nella tarda mattinata di ieri, alla guida della sua utilitaria, da Oria era diretta a Taranto, dove risiede, si è presa un grosso spavento. I fatti si sono verificati non appena la conducente ha imboccato la circonvallazione di Francavilla Fontana, quella che immette lungo la provinciale per Carosino e, più avanti, sulla bretella di collegamento del centro di carico intermodale. «Saranno state le 14 circa – racconta Nicoletta B. – quando dallo specchietto retrovisore ho notato che un’auto lampeggiava insistentemente perché mi fermassi: io, però, ho fatto esattamente il contrario e ho proseguito diritto facendo finta di niente, solo che a un certo punto quella Peugeot 206 di colore grigio mi ha superato, tagliandomi in parte la strada, e il passeggero mi ha fatto un chiaro cenno di accostare».
Nicoletta, sebbene impaurita anche perché a quell’ora c’era poco traffico, ha mantenuto la calma e, anziché rallentare, ha preso il cellulare e l’ha portato all’orecchio. Quando dall’altra auto hanno notato questo movimento, il guidatore della Peugeot ha sgasato e ha fatto perdere le proprie tracce. «Probabilmente – spiega la donna – hanno pensato che stessi chiamando i carabinieri, e avevano ragione, perché io ho telefonato subito alla centrale per metterli al corrente dell’accaduto». Sembra che questo non sia stato un episodio isolato, anche se non è dato sapere quali fossero le reali intenzioni degli occupanti dell’altra auto: una rapina? Un’aggressione? Una violenza? Impossibile da dire. Ma, fortunatamente, la storia in questo caso ha avuto un lieto fine grazie al sangue freddo e alla prontezza della potenziale vittima.
