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AndrisaNO e AttanaSì: insieme ma non troppo, tra stima e sfida con la stessa t-shirt

attanasi andrisano

Non è vero che chi si somiglia si piglia. Nel loro caso, almeno, non è stato così e, a dirla tutta, è ancora da capire se si siano davvero pigliati (no, i fondelli forse non c’entrano): i due  sono agli antipodi, ma in fondo neanche poi troppo.

Guasconi, a ben guardare, lo sono entrambi: chi più, chi meno, ciascuno a suo modo. Se sono universalmente simpatici? No, non sono simpatici a tutti, nonostante gli apprezzabili sforzi.

Chi li conosce almeno un po’, però, li apprezza, e anche molto. Hanno delle qualità, delle capacità. Sono state loro riconosciute pure da personalità che hanno solcato alcuni mari ben prima che i due mollassero le cime dei canotti. I braccioli, quelli non li calzano più da tempo. Remano, a volte controcorrente, e spesso corrono. Nel senso che proprio fanno running, cronometro e cardiofrequenzimetro alle mani. Succede si sfidino, anche fuori dall’agone professionale e da quello politico. Si pongono degli obiettivi, sovente li raggiungono. Se non ce la fanno, primum tacere.

A.A., Antonio e Domenico, Andrisano e Attanasi. L’uno AttanaSì (Domenico), l’altro AndrisaNO (Antonio), quasi a rimarcare le differenze e qualche somiglianza.

“A.A.” per Antonio Andrisano è ormai una fissa. L’umile consigliere comunale di Forza Italia – come si è definito – ha chiamato addirittura Alvaro (e Alvaro Vitali non c’entra nulla, giura) il suo cane, dopo che già i nomi dei suoi figli – femminuccia e maschietto – cominciavano, guarda caso, per “A”. E finanche sua moglie si chiama Antonella, ma di sicuro non l’ha scelta per il nome. 

Non pago, ha poi coniato l’hashtag #AndiamoAvanti, traendo spunto dal suo nome, dal suo cognome (nonché da quelli di sua moglie, di sua figlia, di suo figlio e persino del suo cane) e da un’idea martellante come un tarlo: quella di estendere gli orizzonti oltre i limiti di un partito (Forza Italia, appunto) che gli è sempre piaciuto e che ieri, forse più di oggi, lo rappresentava. Senza, a proposito di “Oltre”, andarsene, senza andarsene con Raffaele Fitto e simili. E, hic et nunc, il “polemico” Antonio è coordinatore provinciale – ancora in pectore, perché l’investitura ufficiale non c’è ancora stata –  dei cosiddetti “azzurri”.

Domenico, invece, ha seguito e segue altri percorsi. Nipote d’arte in politica e avvocato più anziano del politico zio d’arte, è molto concentrato sulla professione. Non per questo però disdegna, appunto, la politica. Consigliere comunale da quando candidato sindaco a sorpresa, due anni fa si è ritrovato a pochi voti da quel ballottaggio che ancora lo tormenta (anche se non lo ammetterà mai) gli affari politico-amministrativi della sua città sono per lui diventati parte della “to do list” – lista delle cose da fare – quotidiana. Alla sua agenda professionale e sportiva, insomma, si è aggiunta anche quella politica. Una cosa di cui avrebbe forse fatto a meno, ma che in cuor suo mica gli dispiace. Una sfida fra tante.

Ecco, le sfide sono un punto in comune tra AndrisaNO e AttanaSì. Non possono vivere senza. I due non di rado si punzecchiano “amichevolmente”  e non è stato un caso che oggi Antonio, dopo aver fatto indossare la “sua” t-shirt #AndiamoAvanti a Domenico, se ne sia immediatamente beato e abbia tenuto a farlo sapere a tutti sui social.

Come aver “acquistato”, dopo mesi di estenuanti trattative, il campione che ti completa la rosa: diciamo Pippo Inzaghi, considerata la somiglianza del suo nuovo social-adepto ma anche la comune – di Andrisano e Attanasi – fede rossonera.

Toh!, un altro punto di contatto, ma non chiedete loro di darvi un giudizio sul Milan, sulla Nazionale o anche solo sulle antilopi africane perché si documentano, parlano tanto, vi riempiono di citazioni, ma soprattutto perché di sicuro sentireste cose diversissime e, con ogni probabilità, riuscirebbero a confondervi e a costringervi a dar ragione sia all’uno che all’altro e voi lo fareste – sì, lo fareste – pur di farli smettere.

Già, perché li accomunano anche la testa dura, una certa permalosità di fondo e il fatto di studiarle tutte per avere ragione o, in estremo subordine – come scriverebbero in uno dei loro atti – per non avere torto.

Che davvero decidano di andare avanti insieme – selfie a parte – è, insomma, ancora tutto da vedere, ma per un giorno stima e sfida sono coincise: AttanaSì e AndrisaNo con tanto di tag.

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