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Riforma costituzionale, Fdi-An in campo per il NO: Calò coordinatore provinciale del comitato

comitato no referendumAlla presenza del Sen. Michele Saccomanno e del portavoce provinciale Luciano Cavaliere, è stato presentato il simbolo del comitato provinciale per il NO di Fratelli d’Italia. Per l’occasione, sabato scorso, è stato anche presentato il coordiantore provinciale Avv. Carmine Calò, già candidato nelle file del partito alle scorse elezioni regionali, che avrà l’onere e l’onore di guidare il comitato sul territorio. Ufficializzati i coordinamenti cittadini che si riuniranno in settimana per stilare il programma dettagliato degli eventi che si terranno nei rispettivi comuni.

Attraverso i “Comitati per il NO alla riforma costituzionale Boschi – Renzi, FdI – AN di Brindisi avvia la propria protesta e campagna referendaria contestando sia il merito che il metodo della riforma.
In ordine al primo aspetto si intende dire NO perché non è vero che la riforma porterà all’abolizione del Senato della Repubblica e dei Senatori, che invece continueranno a rimanere nello stesso palazzo, seppur con numeri e poteri ridotti, ma senza che possano essere scelti liberamente e democraticamente dal popolo; perché non è vero che le leggi si faranno più in fretta, in quanto per le materie di competenza del Senato rimarrà la funzione legislativa paritaria, mentre per le altre materie il Senato potrà sempre proporre modifiche che andranno in seconda lettura alla Camera, oltre al sorgere di una serie di conflitti di competenze; perché non è vero che si abbatteranno i costi della politica; perché non è vero che il nuovo Senato non sbilancia i contrappesi democratici, creando invero, combinato con l’Italicum, un accentramento di poteri nelle mani dell’esecutivo e del premier; perché non è vero che con il nuovo Senato ci sarà maggiore stabilità, in quanto non è detto che nella Camera e nel Senato ci siano rappresentanze delle stesse maggioranze e quindi potrebbero sorgere conflitti permanenti fra le due camere; perché i rappresentanti delle regioni in Senato non hanno un vincolo di mandato con la regione di provenienza, rispondendo invero alle loro appartenenze partitiche; perché non è vero che il nuovo Senato aumenterà le rappresentanze locali e quindi il federalismo. E questi sono soltanto alcuni dei temi di discussione.

Carmine Calò
Carmine Calò

Quanto al metodo, si ritiene assolutamente inconcepibile che la nostra Carta Fondamentale dello stato venga modificata con una legge, che invece di essere partorita nelle aule del parlamento, organo detentore del potere legislativo, è stata proposta da un governo non scelto democraticamente e guidato da un premier nemmeno eletto, nonché il terzo consecutivo imposto surrettiziamente dall’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e che si regge su una maggioranza liquida non scelta e non voluta dai cittadini, certamente non quella uscita dalle urne bensì frutto di un camaleontismo senza paragoni, ed infine votata da un parlamento illegittimo poiché eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale.
Ma non solo!
Vi è stata sin dall’inizio una strumentalizzazione del referendum, rendendolo un sondaggio politico sul gradimento del governo e sul suo premier, che lo aveva sinteticamente ridotto ad uno spot mediatico fra gli italiani che vogliono andare avanti e far progredire il paese e quelli che vogliono farlo affondare nel pantano; giungendo addirittura, il Presidente Renzi, ad affermare che se non avesse vinto il “SI” si sarebbe dimesso, fermo restando un successivo ripensamento circa la bontà della scommessa forse questa volta troppo azzardata, ma a queste pinocchiate siamo oramai abituati da due anni a questa parte.
Invece, questo referendum è uno dei momenti di massima espressione della democrazia, oggi con spazi sempre più ridotti, che ha l’obiettivo di far esprimere ai cittadini una scelta sulla bontà o meno della riforma Boschi – Renzi.
È indubitabile che l’Italia abbia bisogno di una modifica costituzionale e dei suoi principali organi ed apparati, ma riteniamo che non sia questa la strada giusta, ma soprattutto che questa riforma non sia la panacea di tutti i mali ed i problemi della nostra nazione.

Con questi propositi ci approcciamo ad una nuova fatica elettorale, portando avanti una battaglia che non è solo politica ma anche di civiltà, rivolgendo un appello a tutte le forze politiche e civiche che, condividendo questo nostro progetto, intendono collaborare per il raggiungimento di un risultato comune, avviando iniziative di sensibilizzazione e di informazione, proponendo momenti di confronti e dibattiti che possano meglio far comprendere sia l’importanza della scelta che si sta per compiere nel prossimo autunno, combattendo l’astensionismo, e sia la portata e le conseguenze che tale scelta produrrà sui cittadini, sul paese e sulla democrazia.

È quanto ha illustrato il Coordinatore Provinciale dei Comitati per il NO, Avv. Carmine Calò. 

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