Le strade sono insolitamente silenziose per essere lunedì mattina, il freddo è pungente e la primavera sembra ancora lontana: è iniziata la Settimana Santa.
Nessuno stupore tra gli anziani, lo sanno tutti che, da sempre, in questi giorni di dolore anche il cielo si incupisce e la pioggia sembra un pianto del cielo.
Questi primi tre giorni sono associati dalla tradizione cristiana al ricordo del tradimento più straziante, quello di un amico.
Oggi allora ci prenderemo del tempo, in chiesa, per ricordarci cosa significhi essere amici. Esserlo veramente, nel pieno significato del suo valore. Gesù, nel Vangelo di Giovanni (12, 1-11), è ospite di Marta, Maria e Lazzaro, in Betania. È l’amicizia che li lega, e perciò è con loro che Gesù parla di “vita” e di “morte”: una vicinanza possibile solo nella totalità dell’amore.
La giornata scorrerà così, in questo clima surreale, fino alle 19.30 di questa sera quando, presso la Chiesa di Santa Chiara (o “della Morte”) saranno intonate le prime note della settimana. Si tratta del “Concerto della Settimana Santa”, giunto alla XII edizione, e modulato dall’arte sapiente della banda musicale “G. Verdi”, grande protagonista quest’anno dei riti francavillesi e le cui melodie continueranno ad accompagnarci nel nostro viaggio anche nei prossimi giorni. Poco prima dell’esibizione bandistica, diretta dal maestro Dario di Coste, si assisterà alla visione di un video che racconta le suggestioni pasquali della passione viste e interpretate dall’obiettivo di Enrico la Sorsa. Poi, la grande musica, bella e struggente, sui brani della “Madre dei dolori”, la “Virgo Dolorosa”, il “Grido di Dolore”, fino ad arrivare al “Christus” e “Mamma”. Come si legge nel programma, la Banda tiene a rimarcare i fini di «educazione» che ha avuto nel corso degli ultimi due secoli, ed è innegabile il riconoscimento del ruolo della musica nella trasmissione di questo patrimonio culturale e religioso che non solo va difeso e valorizzato ma, soprattutto, comunicato e tramandato alle nuove generazioni.
«È la meraviglia che suscitano le manifestazioni e le espressioni della Settimana Santa, in tutte le loro forme, il catalizzatore dell’attenzione di noi giovani» spiega Antonella Napolitano «siamo spesso lontani dalla fede e dalla chiesa, e allo stesso modo, presi dalla nostra quotidianità, siamo distratti dal nostro paese, dalle nostre tradizioni, dai nostri racconti… ma durante la Settimana Santa qualcosa cambia, e l’incantesimo si ripete». Lei ha 27 anni, è una giovane francavillese come molti altri, ma investita da una profonda sensibilità che l’ha portata a fare un percorso preciso: «Ho avuto nonno, papà, zii e cugini tutti appartenenti alla Reale Arciconfraternita dell’Orazione e Morte. Ricordo, da piccola, la paura e al tempo stesso l’orgoglio quando li vedevo vestiti di tutto punto, seri e immersi nella loro devozione. Nel mese di febbraio poi mi è stato proposto di fare il noviziato per diventare Consorella dell’Associazione femminile “Maria Ss. Addolorata” e, nonostante i miei 27 anni e le perplessità, spesso il disappunto dei miei coetanei, ho deciso di accettare immediatamente». Antonella vivrà la sua Settimana Santa e tutti i riti con una nuova maturità, un nuovo senso di responsabilità: «lo so, è insolito per la mia giovane età: ma io sono convinta che la mia chiamata, oltre a fortificare la mia fede, possa essere da sprono per tanti altri ragazzi come me. Spesso identifichiamo la fede, la partecipazione ai nostri riti o l’appartenenza ad una Confraternita come un passatempo per anziani, ma la verità è che l’amore di Dio è per tutti e non fa alcuna distinzione, e allo stesso modo il sentirsi parte di una tradizione antica come quella francavillese fa sì che non ci sentiamo mai soli».
Ilaria Altavilla
