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Lo sfogo di un imprenditore: «Si sta lasciando morire la nostra zona industriale»

Riportiamo qui di seguito, precisando che si tratta di sue opinioni personali, lo sfogo di un imprenditore la cui azienda è situata nella zona industriale di Francavilla Fontana:
Noi alla zona industriale siamo tutti “pecoroni”, non abbiamo gli attributi per far sentire la nostra a voce, a parte qualcuno che riesce a guardarsi solo i fatti suoi. Ci sono da anni dei progetti che consentirebbero di far lavorare centinaia di persone, ma purtroppo al Comune si autorizza poco e nulla e noi non siamo capaci di ribellarci: in compenso, i marciapiedi sono pieni di erbacce, e siamo proprietari di terreni pagati fiori di euro ma non vi possiamo costruire, al massimo piantarci i pomodori…Non si possono fare espropri e poi vediamo come zone industriali di comuni limitrofi che crescono a vista d’occhio. Noi invece ci limitiamo a pagare il 27 di ogni mese Tari, Imu e altre tasse.

La nostra zona industriale è comunque tra le migliori, se non la migliore, della provincia di Brindisi, ma ancora purtroppo la politica e i dirigenti pubblici forse non hanno ancora capito che, se si ci desse una mossa, ci sarebbe lavoro per moltissima gente.

Per quanto riguarda il Consorzio imprese riunita, chiamano me ed altri imprenditori per chiedere cosa sia la ZES, ma noi rispondiamo che esiste il Consorzio per ottenere informazioni, ma forse il Consorzio esiste solo per raccogliere i versamenti delle aziende rimaste all’interno.

Io, mio fratello e i nostri figli quasi di vergogniamo di essere imprenditori di Francavilla Fontana, dove sembra si abbia soltanto la lingua e non si riesca a passare ai fatti. Io faccio parte del Consorzio da 20 anni, ma ancora non capiamo che bisognerebbe essere uniti e fare sinergia, ci perdiamo dietro invidie controproducenti.

Sta passando un treno come ZES, che significherebbe avere numerosissimi vantaggi, ma qui non funzionerà come altrove. Qui sono arrivati imprenditori dall’estero determinati a investire, ma poi hanno optato per Modugno, dove a fronte di 50.000 metri quadri hanno voluto l’impegno di far lavorare 300 persone e di far campare le loro famiglie.

Ma a quanto pare Francavilla non ha bisogno di questo, la nostra zona industriale ce l’abbiamo per farci crescere l’erba e per andarci in bicicletta.

Quando invece servirebbero espropri, consentire nuovi insediamenti, servizi, asili nido, mense per i dipendenti, servizi pubblici, area per automezzi, sorveglianza. E poi bisogna sfruttare appieno le opportunità della Zona economica speciale, dato che anche da fuori potrebbero giungere a Francavilla per offrire post di lavoro e far tornare a girare l’economia. Questa è la “medicina” per Francavilla Fontana, non le chiacchiere.

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