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Negli omaggi delle forze dell’ordine ai sanitari c’è tanto di noi, ci siamo proprio noi. C’è l’Italia che chiamò tutti…

C’è chi dice non servano a nulla e probabilmente, stando ai fatti, limitandosi a un’arida correlazione causa-effetto, può essere persino così.

Tuttavia, in quegli omaggi sotto gli ospedali – tra Inni di Mameli, “attenti”, tributi e onori – che lo Stato fa allo Stato, e quindi a tutti noi, risiede la stessa essenza di ciò che siamo, di ciò che facciamo.

Di ciò che, in questi secoli – e, si spera, in quelli innumerevoli di là da venire – si è anche difficoltosamente riusciti a costruire.

Donne e uomini in divisa a omaggiare, coi loro modi, altri donne e uomini in camice, oltre che pazienti incolpevoli in pigiama, che se se ne sarebbero stati tranquillamente in casa loro, se solo avessero potuto.

È un modo semplice per dire che lo Stato c’è, che lo Stato ringrazia, si ringrazia e ci ringrazia.

L’Italia ha chiamato. Noi italiani – in prima, seconda e terza linea – rispondiamo “presente!”, ciascuno a proprio modo.

Viviamo in un Paese che, quando vuole, sa essere grande, nonostante le difficoltà oggettive. Viviamo in un Paese che, specie nei momenti delicati, sa stringersi “a coorte”.

No, non saremo mai pronti alla morte – perché, in fondo, alla morte non era allora e non è tuttora pronto nessuno – ma perlomeno apprezziamo i sacrifici di chi ci rappresenta e tutela, vantiamoci dei nostri stessi sacrifici. 

Siamo italiani. Un popolo libero, democratico, solidale. Unito. 

Dobbiamo, dovremmo andarne fieri. Qui e nel mondo, ora e sempre.

Nell’emergenza e – speriamo quanto prima – una volta fuori da quest’incubo.

Il tricolore va portato nel cuore, perché quel tricolore non è una cosa astratta: quel tricolore siamo proprio noi, tutti noi, nessuno escluso.

Grazie a chi sta in trincea, ma grazie anche a chi consente a quelle donne e a quegli uomini di stare in trincea. Ché in una battaglia ciascuno fa la propria parte: le prime linee così come anche le retrovie. 

L’Italia ha chiamato tutti noi. Ora tutti noi dobbiamo rispondere alla sua chiamata, anche solo e semplicemente restando in casa. Tenendo bene a mente quei tre bellissimi colori: verde, bianco e rosso. Il futuro di questa nazione passa esattamente da tutti noi, qui e ora. 

Eliseo Zanzarelli

 

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