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Pestaggio ultras Francavilla, interrogato il presunto aggressore: resta in carcere. Indagata anche una ragazza, i dettagli delle indagini

È indagato per tentato omicidio ma al Gip, in sede d’interrogatorio, difeso dagli avvocati Annamaria Carone e Giancarlo Camassa, ha detto di essere pentito e che non era sua intenzione ferire a morte il rivale in amore, ma che invece da lui intendeva solo difendersi nel caso quell’altro l’avesse aggredito. Gip di Brindisi che ha convalidato il fermo, confermato la misura cautelare in carcere ed escluso l’aggravante della premeditazione.

Procura di Brindisi – fascicolo nella titolarità del sostituto procuratore Alfredo Manca – e carabinieri di Francavilla Fontana – coordinati dal capitano Gianluca Cipolletta – sono tuttora al lavoro nell’intento di ricostruire per filo e per segno quanto accaduto nella tarda serata (circa le 22) del 2 giugno scorso in quel parcheggio pubblico di via Boito, quartiere Musicisti di Francavilla Fontana.

Lì, stando alle prime risultanze investigative, sfociate in un procedimento penale a carico di due persone, si sarebbe consumato una sorta di duello rusticano originato da questioni sentimentali: al centro, una giovane donna di 24 anni; a contendersela, il suo ex 25enne e il suo attuale ragazzo, un 23enne, entrambi, così come lei, residenti a Francavilla Fontana.

Sarebbero stati proprio loro tre i protagonisti di quell’appuntamento al buio, forse pensato per chiarirsi e che invece rischia di sfociare in tragedia. Il 25enne D.A., infatti, si trova tuttora ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi dopo essere stato sottoposto a due delicati interventi chirurgici al capo: almeno due i colpi di spranga in ferro da lui subiti, colpi sferratigli dal 23enne C.C., poi identificato e fermato.

Sotto indagine per concorso in tentato omicidio pure A.L., presunto soggetto femminile del contendere. Secondo gli investigatori, infatti, anch’ella potrebbe aver avuto un ruolo niente affatto secondario nell’evolversi degli eventi. Quella sera, in quel parcheggio isolato, alla periferia della Città degli Imperiali, vi sarebbe stata lei alla guida di una Fiat Panda a bordo della quale vi era anche il suo attuale compagno C.C. In quell’auto, oltre agli occupanti, si trovava un bastone in ferro, lo stesso bastone che sarebbe usato da C.C. per colpire D.A. – giunto sul posto in compagnia di due suoi amici, ascoltati a sommarie informazioni – bastone poi ritrovato dai militari dell’Arma interrato nei pressi dell’abitazione rurale della ragazza. In casa di C.C. durante le perquisizioni, sono stati recuperati 0,6 grammi di eroina. Il presunto aggressore è risultato già segnalato alla Prefettura quale assuntore di stupefacenti, oltre che coinvolto in un altro procedimento penale, sempre per questioni analoghe, risalenti allo scorso 16 settembre 2019.

Dopo i fatti, verificatisi nel breve volgere di pochi minuti, la corsa in ospedale a Francavilla Fontana, dove il ferito ha inizialmente dichiarato di essere caduto in casa di amici, e poi il rapido aggravarsi delle sue condizioni, seguite dal trasferimento d’urgenza a Brindisi, dove ora lotta sospeso tra vita e morte.

Delle 11.32 del 3 giugno questo messaggio Whatsapp inviato da una sua amica sul cellulare di A.L.:

“La mamma di Davide sa che è caduto… ma mi dispiace io non mi sto zitta. Ti rendi conto che per quella mazza Davide è stato operato e sta in coma? Non ti vergogni? Se Davide non si sveglia, o Davide ha subito danni permanenti… lo porterai sulla coscienza tutta la vita… Aspetta tu una coscienza non ce l’hai. Ma la giustizia farà quello che devono fare… perché noi diremo la verità… noi siamo persone normali… alle persone se dobbiamo fare male usiamo le mani… non le mazze”

Il sentimento o, per meglio dire, il possesso sarebbe stato alla base di quanto accaduto, sebbene inquirenti e forze dell’ordine siano ancora all’opera per approfondire ogni aspetto di una vicenda che – ambo le parti – ha scosso e continua a scuotere un’intera cittadina.

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