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Divise a scuola, lettera minatoria alla preside. I genitori civili: «Noi prendiamo le distanze dal gesto»

La dirigente D’Amelia

Dopo le polemiche dei giorni scorsi in merito all’adozione di divise differenziate maschietti-femminucce, la dirigente scolastica del Terzo istituto comprensivo di Francavilla Fontana, Adelaide D’Amelia, ha trovato in presidenza una lettera minatoria anonima, che ha già consegnato ai carabinieri, i quali hanno avviato le indagini per risalire ai responsabili.

«Ci auguriamo – si legge, tra le altre cose – che questo Covid ti colpisca e ti tenga lontana dalla nostra città il più a lungo possibile. Stattene a Salerno, non ti sopportiamo più».

E ancora: «C’è gente che non riesce manco a mettere il piatto a tavola e stai rompendo il c…. con questa divisa, sembra di essere tornati ai tempi di Mussolini, ai piccoli balilla».

La preside, impegnata ad affrancare il suo Comprensivo da storiche cattive considerazioni, difende a spada tratta la sua decisione d’indicare la divisa – per quanto differenziata – come modello d’ordine, disciplina e superamento delle diseguaglianze.

I genitori e le genitrici dissidenti, dal canto loro, si confermano in disaccordo e questa sera si raduneranno davanti scuola per raccogliere delle firme. Si dicono non contro la divisa in sé, ma contro quella specifica divisa da adottare quest’anno – in realtà, già se ne usava un’altra negli anni passati – in quanto costosa (35 euro l’una e potrebbe servirne più d’una nell’arco di una settimana scolastica) e, sempre a loro dire, discriminatoria in quanto rimarchevole le differenze di genere.

Intanto, però, appreso della lettera intimidatoria, le famiglie prendono posizione a difesa della dirigente: «La nostra è una protesta civile e democratica – afferma la referente del Comitato, Claudia Turba – e prendiamo le distanze dall’ignobile intento di chi ha deciso di augurare il peggio alla preside, anche perché e tengo a dirlo mai abbiamo contestato la sua gestione sul piano formativo e didattico, tutt’altro: troviamo che da quando si è insediata, ci siano stati notevoli miglioramenti sotto questi aspetti. Sulle divise, e mi preme specificare, solo su quel tipo di divise, continueremo a lamentarci in forma assolutamente rispettosa. La protesta, che poi in realtà è semplicemente la richiesta di un confronto, non può travalicare i limiti della legalità e della stima che, per altri ragioni, la professoressa D’Amelia si è guadagnata sul campo in questi anni».

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