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Francavilla, il sindaco Denuzzo: “Sulle scuole non ho alcun potere”


Di seguito una nota del sindaco di Francavilla Fontana Antonello Denuzzo:

Il sindaco Denuzzo

“Nella fase delicatissima che stiamo tutti attraversando succede spesso che i Sindaci si ritrovino a prendere atto di provvedimenti del Governo o delle Regioni e ad applicarli per dovere di leale collaborazione, come prescrive la nostra Costituzione.

D’altra parte il Sindaco diventa il primo interlocutore – forse sarebbe più esatto dire il primo bersaglio – per quanti manifestano il proprio dissenso ritenendo che i loro interessi siano stati ingiustamente calpestati.

Di fronte alle comprensibili paure di tanti miei concittadini, di fronte alla diffusa e legittima richiesta di chiarezza, sento il dovere di parlare alla testa (e non alla pancia), di tutelare l’interesse generale provando a spiegarvi quello che accade.

Allora provo a fare chiarezza in merito alla didattica in Puglia – anche a Francavilla Fontana – a partire da lunedì prossimo, se in presenza o a distanza.

I provvedimenti adottati dai sindaci per fronteggiare l’emergenza sanitaria possono integrare la disciplina statale, ma non possono derogare alla stessa, pena la loro inefficacia.

Eventuali interventi restrittivi rispetto alle norme nazionali possono essere adottati soltanto dai Presidenti delle Regioni, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio.

Dunque in questo momento non posso disporre la sospensione della didattica in presenza, perché adotterei un provvedimento contrario al Dpcm che ha stabilito l’obbligo della presenza per le elementari e le medie.

Tutti i cittadini francavillesi hanno il diritto di chiedere per i propri figli la didattica a distanza integrata, avendo cura di comunicare alla direzione dell’istituto questa loro volontà.

Dal canto loro le scuole sono tenute a concedere la dad e ringrazio i dirigenti – che ho incontrato anche oggi – e i docenti che si stanno predisponendo in tal senso.

Come padre di una bambina di 5 anni sto vivendo anche io questi giorni con preoccupazione.

Perché la chiusura da marzo è stata un trauma che ha colpito soprattutto coloro che dovevano essere più tutelati dalle conseguenze sociali della pandemia – bambini, ragazzi, famiglie in difficoltà – e in futuro il nostro Paese pagherà caro il lockdown della formazione.

Per queste ragioni la scuola è un argomento complicatissimo, una vicenda drammatica che adesso richiede uno sforzo di lucidità per individuare strategie che garantiscano la salute e anche lo studio, non la salute o lo studio”.

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