di Eliseo Zanzarelli
La politica c’entra e non c’entra nell’interruzione improvvisa del dialogo tra Amministrazione comunale di Oria e proprietà del castello. C’entrano, a quanto pare, soprattutto i soldi. Infatti, nella Pec inviata domenica scorsa (20 giugno) da Isabella Caliandro, amministratrice unica di Borgo Ducale Srl, all’Ufficio tecnico dell’ente per rinunciare alla pratica del cambio di destinazione d’uso da residenziale a direzionale, si fa riferimento a una comunicazione da parte dello stesso Utc del 27 maggio scorso.
Ma cosa c’era scritto in quella comunicazione?
In sostanza, l’ingegner Gaetano Padula – responsabile del settore Urbanistica ed Edilizia privata del Comune di Oria – ha informato Borgo Ducale e i suoi tecnici della necessità di versare circa 4mila euro nelle casse del Comune (che farebbe da tramite) per istruire la pratica finalizzata a quantificare il contributo straordinario a giustificazione del potenziale aumento di valore dell’immobile dovuto, appunto, al cambio di destinazione d’uso.
Oltre alle spese della pratica, va da sé, in futuro per la proprietà si sarebbe configurato un esborso ancora maggiore.
Il tourbillon politico-mediatico, le incomprensioni con l’Amministrazione, l’interessamento di Parlamento, Regione e Ministero per la declaratoria d’interesse eccezionale del monumento simbolo oritano e le questioni economiche – per nulla spicciole – insomma hanno fatto naufragare una trattativa e una convenzione che sembravano già a buon punto, almeno stando agli annunci fatti nei mesi scorsi sia dal Comune che dalla stessa proprietà del maniero. Maniero intorno al quale l’interesse – al di là dei formalismi e della burocrazia – è per davvero, anche giustamente, tornato eccezionale.
La speranza di tutti è che quanto prima riapra al pubblico, con o senza cerimonie, ma nel pieno rispetto della legge, quindi anche della collettività.
