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Chiese 6mila euro per dare indietro una pala meccanica, ma non fu estorsione: quei soldi gli spettavano dopo dei lavori in campagna

Non fu estorsione, quei soldi gli spettavano. Il gup del Tribunale di Brindisi Valerio Francassi ha mandato assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” Cosimo Erminio De Santis, 76enne agricoltore di San Donaci, che era finito a processo per estorsione nei confronti di un imprenditore agricolo di San Pancrazio Salentino cui aveva chiesto 6mila euro per la restituzione di una pala meccanica o, meglio, di una trebbiatrice che gli era stata concessa in comodato a copertura di un debito non saldato dallo stesso imprenditore.

I fatti

Era l’inizio dell’estate 2019 e De Santis effettuò dei lavori agricoli nei terreni del suo committente, che gli avrebbe dovuto corrispondere 2mila euro. Siccome quei soldi tardavano ad arrivare, i due si misero d’accordo diversamente: l’imprenditore – deceduto nel corso del processo – dette a De Santis un macchinario agricolo, di valore superiore a 2mila euro, con la promessa che l’anno successivo avrebbe nuovamente effettuato i lavori nei suoi terreni.

La manutenzione

De Santis cominciò a usare il macchinario ma a un certo punto fu costretto a sistemarlo in quanto non era perfettamente funzionante e funzionale ai suoi scopi. Per rimetterlo a nuovo spese circa 3.500 euro. Sommati ai 2mila che gli spettavano erano 5.500 euro.

La vendita

De Santis, dopo un po’, si trovò davanti un’occasione: quella di rivendere quel macchinario che ormai considerava suo, tanto poi i lavori nei terreni del suo committente li avrebbe ugualmente effettuati. L’imprenditore agricolo seppe che il suo macchinario sarebbe stato venduto e lo chiese indietro. De Santis gli chiese 6mila euro.

L’avvocato Iaia

La denuncia e il processo

L’imprenditore rappresentò tutto ai carabinieri, che denunciarono De Santis per estorsione. L’agricoltore, difeso dall’avvocato Michele Iaia del Foro di Bari, ha optato per il rito abbreviato e, alla fine, ha avuto ragione. Il macchinario è tornato nella sua disponibilità, che era un creditore più che un estorsore. A conti fatti, l’eventuale vendita di quel macchinario agricolo l’avrebbe fatto rientrare dal credito vantato e dalle spese di manutenzione sostenute. Di qui l’assoluzione piena e il recupero di un’immagine lesa da un processo a suo carico rivelatosi ingiusto.

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