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Oria, è già tempo di toto-sindaco: diverse ipotesi tra possibili conferme ed eventuale ri-cambiamento

di Eliseo Zanzarelli

Le elezioni amministrative di Oria distano ancora quasi un anno, eppure nella cittadina circolano già diverse ipotesi circa la successione a Maria Lucia Carone, dal 2018 prima donna sindaco a queste latitudini.

L’ex alta dirigente pubblica si ricandiderà a capo della sua Coalizione del Cambiamento – in molti sostengono non ci sia stato – per continuare nel solco sin qui tracciato? Chissà.

Intanto, com’è ovvio che sia, emergono delle alternative, sia interne che esterne. Nonostante fino alla prossima primavera di acqua sotto i ponti debba passarne ancora tanta, è già partito il cosiddetto toto-sindaco: a parole, i candidati sono tanti; i fatti diranno poi quali saranno per davvero e se gli aspiranti primo cittadino in pectore resisteranno alla prova del tempo e delle coalizioni. 

Non è ancora neppure chiaro, giusto per aggiungere uno spunto di riflessione, se la prossima volta gli elettori e le elettrici oritani saranno chiamati a votare a doppio turno oppure a turno unico. I risultati dell’ultimo censimento, infatti, hanno evidenziato come la popolazione locale sia scesa sotto i 15mila residenti e si sa che in casi come questo, quando si va al voto, vincono il candidato e la coalizione che abbiano riportato anche una sola preferenza in più rispetto agli avversari.

Nessun ballottaggio, insomma. Se fosse stato così nel 2018, avrebbero vinto Pino Carbone e le liste a lui collegate. Per sapere ufficialmente come funzionerà nel 2023, bisognerà aspettare un decreto del presidente della Repubblica che certifichi i risultati del censimento, un decreto che ancora non c’è. Al di là di ciò, sarebbero oggi in molti a scalpitare per prendere il posto da quattro anni a questa parte ricoperto da Carone, anche ma forse non soprattutto alla luce delle nuove indennità – ritoccate all’insù – degli amministratori locali: mediamente, si tratta di soldini in più per circa un 40 per cento.

E, allora, è il momento di passare a fare qualche nome che circola in piazza e nelle viuzze del centro storico fridericiano.

Tra gli eredi, per così dire puri, della sindaca, si parla di Angelo Mazza (oggi vicesindaco), Antonio Proto (oggi consigliere comunale), Lucia Iaia (oggi assessora a Cultura e Turismo), Gianluca Schifone (consigliere comunale, capogruppo di Oria è). Sono loro i principali indiziati, almeno fino a questo momento, a raccogliere l’eredità di Carone.

Ovviamente non mancano le ipotesi, e anzi sono più numerose, al di fuori della maggioranza. Glauco Caniglia, per esempio, funzionario comunale a Mesagne, fu presidente del Consiglio comunale ai tempi dell’ultima amministrazione del sindaco Cosimo Ferretti, anch’esso in lizza per tornare al timone di palazzo di città. Caniglia restò personalmente fermo un giro nel 2018, ma dette un contributo esterno per l’affermazione di Carone a discapito di Carbone, avendo sostenuto ben due candidati consiglieri – ambedue eletti, una dimessasi strada facendo – nelle fila si Sviluppo per Oria (una delle liste collegate alla sindaca).

Si parla anche di Carbone. Sindacalista della sanità di lungo corso, in politica non ha mai avuto quella fortuna che ha cercato e che da sempre pensa di meritare: negli ultimi anni più volte candidato a Regione e Comune, non è mai stato premiato dall’elettorato. Potrebbe riprovarci, coraggio e ostinazione non gli difettano.

Un’ipotesi a lui in qualche modo collegata è quella di Elena Marrazzi, da dopo le elezioni del 2018 – quand’era candidata consigliera – dipendente dello stesso sindacato con a capo proprio Carbone.

I “bookmakers” accettano scommesse anche su altri nominativi, sebbene le quote siano ancora da definire. Tra di loro, sempre in alternativa all’attuale governo cittadino, spiccano le figure di Tommaso Carone – consigliere comunale uno dei principali fautori della Coalizione per il Cambiamento, poi passato all’opposizione a causa d’insanabili divergenze di vedute -, Barsanofio Chiedi (consigliere comunale passato all’opposizione) Domenico D’Ippolito (anch’egli fedelissimo di Carbone). I nomi comunque si sprecano: negli ultimi giorni sono tornati in auge anche due ex sindaci: Sergio Ardito e Mimino Pomarico.

Infine, non mancano i cosiddetti outsider: Nofriuccia Monaco, che fece parte dell’Amministrazione Ardito; Roberto Carucci, già consigliere comunale e dirigente della Provincia di Taranto; Oreste Strabone, storico dipendente comunale. E poi pure Vincenzo Sparviero, giornalista e scrittore, sebbene sia difficile collocarlo in una delle possibili coalizioni.

Come sempre accade, molti di questi profili man mano si “sgonfieranno” con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale. Finora vale ancora tutto e nulla si può escludere a priori. La scrematura avverrà nei mesi e con la chiusura delle alleanze. Di sicuro, tra felici e delusi, nessuno trascura che il prossimo anno, per forza di cose, Oria avrà una nuova Amministrazione. Necessariamente nuova, almeno in parte, anche se fosse la prosecuzione della precedente. 

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