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Due feste e due misure? Il vescovo nervoso a Oria, raggiante a Francavilla. E le polemiche si sprecano

[La foto a corredo del post è di Alex Tomaselli]

di Eliseo Zanzarelli

Qualcosa era già stato scritto e anticipato nei giorni scorsi: dopo un’insolitamente dura omelia durante il pontificale in onore di San Barsanofio – era il 30 agosto – come si comporterà il vescovo della Diocesi di Oria in occasione della festa patronale di Francavilla per la Madonna della Fontana?

Si fu, quella volta, facili profeti. Eh sì, proprio profeti. Monsignor Vincenzo Pisanello in questi giorni si è comportato bene, benissimo e non gli può essere mossa critica alcuna: ha festeggiato e gioito con quella che è una parte della comunità che ha l’onore di rappresentare, anzi: di pascolare. È o non è, in fondo, un pastore del gregge di Dio? Quindi portarla al pascolo, quella parte di gregge, dev’essere sempre un piacere e un onore, oltre che un dovere morale e spirituale.

E dunque, se in quel di Oria dalla sua cattedra eburnea e dorata il presule invitò al recupero delle vere tradizioni della fede e a non impuntarsi di fronte alla miseria dei festeggiamenti extra-religiosi per San Barsanofio (patrono di Oria e protettore della Diocesi); a Francavilla, invece, si è complimentato dinanzi allo scintillio di una festa ben organizzata – e finanziata a dovere – contraddistinta anche da luminarie, fuochi d’artificio, mercatino e spettacoli assortiti.

Si ripete: ha fatto benissimo. Quella di Francavilla è stata ed è una gran bella festa. Così si fa: le cose belle dovrebbero sempre essere apprezzate.

Poi però sui social e per strada, nell’epicentro della Diocesi (Oria), sono scattati i raffronti, che si riassumono in delle semplici domande e, per qualcuno, osservazioni: perché a Oria s’invita a rifuggire dal “paganesimo” e si additano scribi e farisei, mentre a Francavilla se ne tessono le lodi? Perché da questo pulpito si ammonisce e incita all’austerità, mentre da quell’altro – per giunta a una manciata di chilometri di distanza – si professa il e dimostra l’esatto contrario?

I più sarcastici hanno ipotizzato che monsignor Pisanello possa essersi convertito sulla via di Damasco o, meglio, di Francavilla. Altri non l’hanno presa bene e si sono lanciati in insulti dai quali ovviamente ci si dissocia ora e sempre.

Se Atene-Oria piange, Sparta-Francavilla ride eccome. Proprio come il vescovo. E bisogna essere sinceramente contenti che Sua Eccellenza e un’intera comunità religiosa e cittadina siano felici. Ovunque e in qualunque forma si manifesti questa felicità: perché se la Chiesa è espressione del vivere comune, è autentico anche il fatto che il popolo pretenda la propria parte di bello. Non è detto che la fede ne debba necessariamente risentire. E la Francavilla di questi giorni ne è la testimonianza: bella e possibile.

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