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La dottoressa d’Ambrosio di Francavilla Fontana pioniera della Floating-REST (terapia di stimolazione ambientale ridotta)

Ha una madrina pugliese la nuova frontiera che coniuga medicina e wellness e approda (solo per adesso) in Abruzzo, a Lanciano in provincia di Chieti: la Floating therapy.

Merito della dottoressa Giuseppina d’Ambrosio, riconosciuta professionista di origini francavillesi che vanta un curriculum nel quale spiccano le specializzazioni in biodinamica, bionutrizione e osteopatia neonatale. La dott.ssa d’Ambrosio, dopo le due lauree con lode, di cui una conseguita a Bari, ha approfondito la sua formazione presso l’accademia italiana di osteopatia tradizionale di Pescara, sotto la guida del prof. Vincenzo Cozzolino ed ha condotto, negli anni, diversi approfondimenti clinici valutando i vantaggi di varie integrazioni terapeutiche complementari alla pratica osteopatica. Ha sperimentato con successo l’uso dei suoni binaurali nei pazienti in trattamento e studiato il coinvolgimento del microbiota intestinale nei processi di riequilibrio biofisico. 

“Il Floating è una tecnica di galleggiamento in deprivazione sensoriale e da ricerche comparate – spiega d’Ambrosio – risulta essere attualmente la più importante al mondo contro stress, ansia, insonnia, depressione, dolore fisico. È una tecnica relativamente nuova, piacevole, rilassante e alla portata di tutti, ma che ha comunque alle spalle oltre 50 anni di letteratura scientifica e di studi, condotti soprattutto negli Stati Uniti. È un supporto eccezionale alla metodica osteopatica e ora l’attenzione è rivolta ai vantaggi che è possibile ottenere utilizzandola in supporto ad altre discipline mediche. L’obiettivo è studiare protocolli che possano aiutare a migliorare i vari percorsi terapeutici. Un approccio che guarda verso l’integrazione scientifica multidisciplinare, metodo verso cui è orientata la moderna medicina, sempre più attenta a nuove forme di cura e prevenzione”. 

Poter adottare Il Floating in studio, spiega d’Ambrosio, permette oggi, in particolare, di diminuire i tempi di risposta al riequilibrio dei pazienti in trattamento e introdurre una esperienza nuova piacevole e coinvolgente nel percorso di cura, sovrapponibile ad un trattamento wellness di alto livello, oltre a un apprezzabile abbassamento dei livelli di stress misurati e registrati fra prima e dopo il galleggiamento anche con studi randomizzati doppio cieco. In concomitanza con questi ottimi risultati è stato anche evidenziato che il Floating riduce i livelli di pressione arteriosa, frequenza cardiaca e cortisolo. La ricerca clinica, sebbene limitata, ha comunque già 50 anni di consolidata letteratura scientifica alle spalle e riporta effetti benefici su un’ampia gamma di condizioni diverse legate allo stress e al dolore, tra cui: ipertensione, mal di testa da tensione cronica, dolore cronico alla schiena e al collo e dolore da stress correlato con “depressione del burnout”. 

Ma come si galleggia? Per circa 60 minuti, ci racconta la dottoressa, ci si stende in una particolare vasca riempita con 30 cm di soluzione contenente oltre 500kg di solfato di magnesio (sali di Epsom), una ipersaturazione tale da permettere il galleggiamento naturale. L’acqua è mantenuta costantemente ad una temperatura di 34.8 gradi, creando le condizioni simili all’assenza di gravità (non a caso il Floating è una tecnica adottata negli ultimi anni anche dalla NASA per gli addestramenti degli astronauti).

In questo arco di tempo vengono tolti gradualmente tutti gli stimoli sensoriali esterni (visivi-uditivi-tattili-cinestetici) in modo che il cervello non abbia alcuna occupazione: questa è la condizione di deprivazione sensoriale. Tutto avviene senza ausilio di farmaci e senza alcun effetto collaterale. 

Il presupposto, continua d’Ambrosio, è che il nostro cervello impegna fisiologicamente e costantemente quasi l’80% del suo potenziale per gestire l’equilibrio, la temperatura, il tatto, la luce, i suoni.

Nel Floating, riusciamo a sopperire la necessità continua di contrasto alla gravità, la termoregolazione e le dinamiche relative alle stimolazioni esterne si annullano, si rivive una condizione riconducibile a quella che abbiamo vissuto come feti. 

Il galleggiamento e la deprivazione sensoriale permettono inoltre al cervello di attingere alle sue enormi possibilità latenti e alle fonti di creatività e immaginazione.

Ora, la possibilità di integrare il Floating con altre discipline, conclude d’Ambrosio, fra tutte quella osteopatica, apre nuove strade anche per la cura di problematiche di natura muscolo scheletrica associate ad alterazioni funzionali degli organi, dei visceri e del sistema cranio sacrale (dolori generalizzati, mal di schiena, di testa e problematiche funzionali). 

Da gennaio sarà possibile provare l’esperienza del Floating, conoscerne e scoprirne i benefici,  presso Biomedica Majé, il rinnovato studio medico polispecialistico di cui la francavillese è direttrice, chiamando il numero 0872.676610 o visitando il sito biomedica-maje.it

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