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Sindaco a processo per aver offeso una dipendente comunale: ipotesi diffamazione

Sindaco di Erchie direttamente a processo perché avrebbe diffamato una dipendente comunale. L’ha deciso il pubblico ministero Livia Orlando della Procura di Brindisi, che ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio a carico del primo cittadino Pasquale Nicolì. Questi, il prossimo 13 ottobre dovrà comparire dinanzi al giudice Leonardo Convertini. I fatti si riferiscono al 20 marzo 2021. Nicolì aveva sconfitto Chiara Saracino era subentrato da pochi mesi al suo predecessore e acerrimo avversario politico Giuseppe Margheriti.

In una dichiarazione diramata anche alla stampa sospettò della concessione di un immobile comunale di pregio a condizioni, a suo dire, particolarmente favorevoli a un soggetto privato, che avrebbe così potuto godere di un beneficio indebito. Se la prese, in particolare, con l’allora responsabile del settore Servizi sociali Lucia Fanuli – oggi non più a Erchie, ma in servizio a Oria – che con l’assistenza tecnica dell’avvocato Francesco Mancini decise di querelarlo in quanto sentitasi offesa nell’onore e nella reputazione.

La frase riportata nella querela e nel capo d’imputazione è, tra le altre, questa: la responsabile, sostenne Nicolì, avrebbe avuto ai tempi dell’amministrazione Margheriti una “esplosione di creativa applicazione normativa per il benessere del beneficiario, inerente la concessione in locazione di un immobile di pregio […] a un soggetto privato”.

Poi: “Il soggetto privato […] è risultato essere stato omaggiato con la riduzione del canone rispetto al valore reale, calcolato con i criteri stabiliti dall’Agenzia delle Entrate, altrimenti determinato con parametri forse erroneamente valutati”.

Si fa riferimento inoltre a un atto “rafforzato” potenzialmente indicato dalla precedente guida politica della cittadina. L’oggetto del contendere fu l’affidamento di quell’immobile a un prezzo per Nicolì inadeguato perché più basso rispetto a ciò che avrebbe dovuto essere. Il sindaco ha spiegato di aver ascoltato la dipendente comunale e ha asserito che ella avrebbe giustificato quello “sconto” col dire che quella del soggetto beneficiario fosse l’unica manifestazione d’interesse pervenuta a palazzo di città. Sempre secondo Nicolì “per pura coincidenza”.

Dal primo vaglio investigativo e della pubblica accusa, è stato stabilito sulla faccenda è bene che si faccia chiarezza davanti a un giudice. In quella sede, le parti contendenti potranno spiegare le loro tesi e meglio motivare le proprie tesi. Il sindaco Nicolì è difeso dall’avvocato Santo De Prezzo del Foro di Brindisi, con l’aiuto tecnico del quale tenterà di produrre documentazione utile a scagionarsi dall’ipotesi accusatoria.

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