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Caso nuove farmacie, assolti ex sindaco ed ex presidente dei farmacisti: non ci furono favoritismi. Prosciolto ex dirigente del Comune

Due assoluzioni piene e un proscioglimento a margine dell’appello – bis per il processo scaturito da presunti abusi sull’insediamento di due nuove farmacie a Francavilla Fontana. L’altro ieri, la Corte leccese ha mandato assolti l’ex sindaco Vincenzo della Corte e l’ex presidente dell’Ordine dei farmacisti Gabriele Rampino; prosciolto per intervenuta prescrizione, invece, l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico Pietro Incalza.

I tre sono stati difesi dagli avvocati Antonio Andrisano, Massimo Manfreda e Roberto Palmisano.
La Corte d’Appello di Lecce si è pronunciata una seconda volta dopo l’annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione nel novembre 2020.

Tutto iniziò più di dieci anni fa, quando nel 2012 Giunta prima e Consiglio comunale poi approvarono delibere con le quali indicare e ratificare le aree urbane in cui sarebbero dovute sorgere due nuove farmacie, grazie alle cosiddette “liberalizzazioni” del settore che ne innalzarono la presenza sul territorio in base al numero dei residenti.

Per forza di cose, quelle due nuove farmacie sarebbero entrate in competizione con le altre già presenti e particolarmente con quelle più prossime alla zona in cui sarebbero sorte. Secondo investigatori della guardia di finanza e Procura, in Comune era state fatte carte false per favorire Rampino, titolare di una farmacia in via San Lorenzo proprio nella Città degli Imperiali.

Si fece in modo che le nuove rivendite di medicinali sorgessero lontano da essa – l’ipotesi accusatoria – definendo come area ottimale per i nuovi esercizi l’area sud est del centro abitato. Dove però c’erano già due farmacie, i cui titolari peraltro recriminarono anche dinanzi agli organi di giustizia amministrativa, e dove sempre secondo la Procura non sussistevano tutti i requisiti di legge in fatto di densità demografica, a differenza di un quartiere estromesso dalla nuova pianta organica: il San Lorenzo.
Finirono a processo anche 13 consiglieri comunali che si espressero per il “sì”, poi assolti in primo e secondo grado.

Condanna in primo grado a due anni e quattro mesi invece per Rampino: falso e abuso d’ufficio; un anno e sei mesi in appello, solo per l’abuso d’ufficio. Incalza fu condannato in primo grado a un anno e dieci mesi, mentre in appello a un anno e sei mesi (solo per falso). Per della Corte condanna a un anno e sei mesi per abuso d’ufficio, confermata in appello. I legali ricorsero per Cassazione, che accolse i motivi di legittimità addotti e annullò con rinvio alla Corte d’Appello. L’appello-bis si è concluso l’altro ieri con due assoluzioni e un proscioglimento. Non ci furono falsità e abusi d’ufficio e nel caso di Incalza è troppo tardi per perseguirli.

Il quattro volte sindaco di Francavilla, della corte, è entusiasta della sua assoluzione, nella quale aveva sperato sin dal principio. Sul suo profilo facebook, ieri, non ha nascosto i suoi sentimenti: “In occasione della festa dell’Immacolata – ha postato – voglio condividere con tutti voi una notizia che mi ha riempito il cuore di gioia. Ieri la corte d’appello di Lecce, dopo l’annullamento della Cassazione, mi ha definitivamente assolto con la formula ‘perché il fatto non sussiste’ dalla vicenda delle c.d. ‘Farmacie’. Ciò a riprova che da sindaco ho sempre operato correttamente e nell’interesse della comunità. Un piccolo ringraziamento ai miei avvocati, Roberto Palmisano e Antonio Andrisano, che in questi anni mi hanno sempre sostenuto e supportato. Buona Immacolata a tutti i francavillesi e a tutti i miei amici”. 

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