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Nicolì si dimette da sindaco di Erchie e scrive ai concittadini: “Mi scuso per non essere riuscito nel cambiamento, il tempo mi darà ragione”

Di seguito la lettera aperta con cui il sindaco di Erchie Pasquale Nicolì ha rassegnato le proprie dimissioni. Decade dunque l’intera amministrazione comunale e con ogni probabilità, dopo un rapido traghettamento commissariale, si tornerà a votare nel prossimo mese di giugno in concomitanza con le europee:

Gentili concittadini, cari elettori che avete creduto e permesso, con il vostro voto, di avviare l’avventura del cambiamento nella nostra comunità, dopo oltre 15 anni di gestione amministrativa disinvolta e disordinata, in cui il principio di legalità era divenuto fonte di disturbo nella gestione della cosa pubblica, con profondo rammarico sono costretto a comunicarvi che il sogno del cambiamento, mio tramite, è
divenuto irrealizzabile.


L’efferato, continuo e costante accanimento delle opposizioni contro ogni forma di cambiamento, unitamente alla granitica, gattopardiana volontà della struttura amministrativa del comune di conservare i propri privilegi, hanno reso l’avventura impossibile da proseguire, facendola diventare un’ulteriore disavventura per la nostra comunità.

Dopo i furbetti del cartellino e gli arresti per corruzione, oggi siete ancora una volta costretti a salire agli onori della cronaca per le accuse di concussione e la conseguente fine dell’amministrazione Nicolì.

Sono dispiaciuto e rammaricato per avervi dato questa ulteriore delusione, che credo il tempo e la storia riscriveranno nella sua giusta dimensione, allorquando verrà alla luce la vera verità.

Ci tengo tuttavia a farvi sapere, lo crediate o meno, che il mio unico intento è stato quello di attuare il cambiamento in tutti i settori del vivere civile e nell’organizzazione della macchina amministrativa, per renderla finalmente efficiente e dinamica e porla al servizio esclusivo della comunità.
Purtroppo, però, così non è stato.

Qualcuno ha scritto che senza volontà non c’è cambiamento e ciò ho sperimentato essere profondamente vero, poiché alla mia volontà di innovazione, progresso e cambiamento, si è contrapposta quella di autoconservazione della struttura amministrativa e della politica bramosa di potere e il risultato è sotto i vostri occhi.

Gli arresti hanno chiuso il cerchio ed affossato ogni speranza di riforma e innovazione.
L’errore più grave che ho commesso in questa avventura è stato quello di sottovalutare gli effetti del cambiamento e di sottostimare le reazioni degli attori sulla scacchiera, di tutti gli attori, ignorando la forza di quel principio di conservazione, volto al mantenimento delle vere e proprie abitudini e comportamenti, che hanno mosso tutti i soggetti interessati.

Da qui le “incomprensioni”, i blocchi amministrativi, i ritardi nella gestione, l’inerzia e la mancata accettazione del nuovo e diverso modo di operare e rapportarsi con la cittadinanza, il subdolo ostruzionismo del fare senza dar conto a nessuno e di affossare sul nascere ogni iniziativa amministrativa per l’attuazione del programma di mandato, i racconti e le denunce, il vero e proprio muro dell’apparato burocratico, che hanno impedito alla mia amministrazione di decollare nella direzione sperata e da voi voluta. Bisognava cambiare tutto, perché tutto rimanesse com’era!

Di tutto questo vi chiedo scusa, anche se non ho più la possibilità di rimediare.

Quando i riflettori su questa vicenda saranno spenti e la verità sarà venuta alla luce, la mia amministrazione, comunque, non sarà più in carica, ma voi non dovete credere che il cambiamento sia impossibile ed è per questo che vi invito a non abbandonare la speranza, perché di certo altri più fortunati di me ve lo assicureranno.

Nel comunicarvi che ho rassegnato le dimissioni dalla carica di sindaco, che mi avete onorato di ricoprire, sento il bisogno di ringraziarvi ulteriormente per la stima e la fiducia che mi avete riservato, nella speranza di non dimenticare, perché convinto che non le rimpiangerete quando questa vicenda avrà fine. Grazie ancora.

Pasquale Nicolì 

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