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Contrada “Sottoparabita”, a ridosso dell’abitato ma fuori dal mondo: Comune finalmente pronto a farsi carico dell’urbanizzazione primaria

Non c’è gas, non c’è acqua, non c’è fogna. Non ci arrivano neppure i soccorsi in caso di necessità. No, non si parla di un Paese in via di sviluppo. È né più né meno la quotidianità dei residenti in contrada “Sottoparabita”, area un tempo rupestre ma ormai a ridosso del centro urbano di Oria e popolata durante tutto l’anno.

Qui di urbanizzato, insomma, non c’è alcunché a parte l’esistenza di case e persino villette di un certo pregio (ma il cui valore immobiliare risente, per forza di cose, della situazione urbanistica). Le cose, però, dopo decenni vissuti così – cioè male – sembrano destinate presto a cambiare in meglio.

“Sottoparabita” è collegata o, se si preferisce, separata dalla civiltà circostante da una stradina interpoderale lunga circa 200 metri e larga soltanto due metri. Ha sbocco in via Fabio Filzi: pochissima distanza, tantissima differenza. La larghezza o, sarebbe più giusto dire, la strettezza della stradina di (s)collegamento rende difficile il transito di autoambulanze e vigili del fuoco: in un passato neppure troppo remoto, si è reso necessario chiedere aiuto e sia gli operatori del 118 che i pompieri in più di qualche occasione sono stati costretti a fermarsi all’imbocco della viuzza e procedere a piedi, con tutte le difficoltà che il caso ha comportato.

Sono state numerosissime, nel tempo, le segnalazioni da parte di chi in questo luogo è costretto ad abitarci e anche da parte di chi l’ha scelto espressamente, anche perché – a ridosso della campagna e in piena tranquillità – un brutto posto non lo è affatto. Segnalazioni sempre rimaste lettera morta e, per un motivo o per un altro, carenza di fondi compresa, “Sottoparabita” è rimasta vicina ma lontana dalle comodità della Oria urbanizzata.

Oggi, però, l’amministrazione guidata dal sindaco Cosimo Ferretti ha tirato fuori dai cassetti degli uffici comunali quelle segnalazioni ignorate ed è pronta a farsi carico di un’opera di civilizzazione senza precedenti. Ci vorrà un po’ di tempo, questo sì, ma quantomeno è un inizio.

Nei giorni scorsi, infatti, la Giunta – all’unanimità dei presenti – ha deliberato d’incaricare il responsabile dell’Ufficio tecnico, architetto Antonio Dattis, affinché adotti ogni provvedimento finalizzato all’acquisizione di quella sorta di “imbuto” che, nell’accedere a contrada “Sottoparabita” rende tutto più difficoltoso.

L’obiettivo dichiarato è quello di realizzare una via pubblica prolungando, di fatto, via Fabio Filzi e allargando il tratturo oggi esistente. Successivamente, si dovrà procedere – sempre a spese del Comune – con le opere di urbanizzazione primaria, ossia con la realizzazione di reti pubbliche di illuminazione, gas e Acquedotto (per acqua e fogna).

L’architetto Dattis sarà dunque impegnato a elaborare innanzitutto un progetto finalizzato all’acquisizione dell’area, coi relativi espropri. Poi, man mano, contrada “Sottoparabita” potrà cominciare a diventare dopo tanto – forse troppo – tempo un’area urbana e urbanizzata come tutte le altre.

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