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L’amarezza dell’ex consigliere Tardio: “C’era una volta Città Futura, fine di un sogno e ritorno al passato”

L’ex consigliere comunale di Francavilla Fontana Mimmo Tardio (Art.9) ricorda con malinconia il progetto Città Futura, quello che portò Antonello Denuzzo per la prima volta (2018) al timone di Castello Imperiali:

A Francavilla Fontana è stata una sfida politica esaltante, che ha entusiasmato sia i protagonisti di questo progetto che i cittadini che avevano riscoperto nuovi ideali e prospettive, che si erano disperse nel tempo, necessari per rimotivare la partecipazione e l’impegno in prima persona.

Di fronte alla crisi conclamata dei partiti, un gruppo di persone con la passione per una politica fatta di idee in grado di aggregare, di una nuova speranza per questa Città e soprattutto di una realtà sociale pronta a scommettere sul cambiamento, vero, autentico ed inclusivo, diventava una grande opportunità che da anni mancava alle coscienze civiche della nostra Città. Un nuovo senso di appartenenza, una nuova comunità, una diversa visione politica.

In questi anni ho investito risorse, energie e passione per un progetto carico di aspettative, ansie e speranze che la nostra Città meritava e bisognava cogliere e sostenere con il coinvolgimento di tutte le generazioni, credendo che un nuovo futuro fosse possibile. E tutto ciò che nel nostro territorio sinora si è mosso e continua a svolgersi è il frutto seminato e maturato nell’esaltante cammino percorso da Città Futura.

Ho voluto sperare che questo “cambiamento” potesse proseguire, sic et simpliciter, ma così non è stato, percependo, nel giro di un anno, la sensazione di un “ritorno al passato” in cui la gestione amministrativa prende il sopravvento sull’espressione umanissima di stare dalla parte dei cittadini, del prendersi cura di quella visione politica che risveglia le coscienze di tutte le persone e si mette in cerca di una verità che li rende liberi, autonomi ed indipendenti.

Una politica in grado di ritrovare la sua ispirazione originaria del bene comune, mettendo al centro la formazione della classe dirigente.

Oggi in un’atmosfera di silenzi acquiescenti, non ho difficoltà, né rimpianti a riconoscere che quando in politica si fanno delle scelte che non reggono, bisogna avere il coraggio di dire che quella non è più la strada da seguire. E arrendersi non è una debolezza, è sempre una scelta.

L’importante non è solo vincere ma costruire un progetto, coltivare degli ideali, credere in una visione sempre più nuova e da sperimentare. Il linguaggio di una politica che sappia dare una speranza alle giovani generazioni che hanno perso la voglia di contestare, di protestare e di pensare in un mondo nuovo.

Ciò che rimane è ART.9 con l’esperienza umana, relazionale e di passione politica che ci ha caratterizzati in questa avventura unica ed irripetibile.
La politica è un percorso affascinante che ci fa cogliere quando è il tempo di staccarsi per cercare nuovi orizzonti e nuove strade.

Vi abbraccio con le parole di Aldo Moro a cui mi sono ispirato come cattolico impegnato in politica per il bene comune e continuo a fare mie le sue sagge parole: “Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta: la verità è sempre illuminante”.

Ringrazio tutti gli amici del Movimento ART.9 da cui ho tanto imparato e a cui ho cercato di dare e fare del mio meglio. Seguirò, come ho sempre fatto, la vita della mia comunità attraverso lo spirito della cittadinanza attiva per dare voce a quanti hanno voglia di nuovi orizzonti e tenere alta l’attenzione delle coscienze civili.

“Nessuno che impari a pensare può tornare a obbedire come faceva prima, non per spirito ribelle, ma per l’abitudine ormai acquisita di mettere in dubbio ed esaminare ogni cosa”. (Hanna Arendt)

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