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Ex Fierascensione, due gatte da pelare per il Comune: sentenza del Consiglio di Stato e progetto bocciato. Sindaco e vice spiegano

L’ex Fiera dell’Ascensione di Francavilla Fontana torna a far parlare di sé, non nel migliore dei modi: da una parte, la bocciatura di un ricorso del Comune al Consiglio di Stato; da un’altra parte, la bocciatura di un progetto, sempre del Comune, per trasformare quel complesso immobiliare in un polo tecnologico grazie a fondi Pnrr.

Un “caso” risalente al 2016

I massimi giudici amministrativi, ponendo fine a un contenzioso sorto nel 2016, hanno sentenziato che il Comune di Francavilla Fontana è obbligato a riqualificare urbanisticamente l’area ex Fiera (gestita da un ente ormai disciolto) secondo quanto previsto dal Piano di fabbricazione del lontano 1941. Il Consiglio di Stato, nel rigettare il ricorso del Comune, ha dato ragione a due cittadini, proprietari di terreni proprio nell’area ex Fiera, i quali hanno lamentato a suo tempo – per l’appunto – la mancata riqualificazione urbanistica.

Ente Fiera ormai inesistente e area rimasta scoperta di regolamentazione urbanistica

L’avvocato Ernesto Sticchi Damiani, che ha rappresentato la coppia di francavillesi prima dinanzi al Tar, poi anche dinanzi al Consiglio di Stato, ha sostenuto la natura espropriativa del vincolo gravante sull’intera area. La destinazione urbanistica di quest’ultima è inattuale e decaduta in quanto oggi sprovvista di disciplina urbanistica, stante l’avvenuto scioglimento dell’Ente Fiera e l’inesistenza, ormai, della stessa campionaria.

Tempi lunghi e incerti (allora) per il Pug

Il nuovo strumento urbanistico, che contempla anche quell’area, è stato formalmente adottato ma non definitivamente adottato: ciò non assicura tutela alle ragioni dei privati proprietari che possono quindi agire – come in questo caso – perché sia fatto valere coattivamente l’obbligo di riqualificazione urbanistica e anche per chiedere il risarcimento del danno provocato dall’illegittima limitazione alla possibilità di edificare su quegli stessi terreni. Essi, in sostanza, sono rimasti “ostaggio” del vincolo a suo tempo imposto dall’ente comunale a beneficio dell’ente fieristico.

Così in sentenza

“L’Amministrazione – scrivono i giudici amministrativi di secondo grado – non può genericamente rinviare il soddisfacimento dell’interesse alla riqualificazione urbanistica di un suolo di proprietà del privato al tempo dell’adozione del nuovo strumento urbanistico generale, senza predeterminare un percorso sufficientemente definito, quanto meno nei suoi passaggi, anche temporali, di maggior rilievo”.

Il vice sindaco Domenico Attanasi

Il punto di vista del vice sindaco Attanasi (con delega all’Urbanistica)

“Oggi il Pug non è più una dichiarazione d’intenti, ma l’unica nonché migliore via per riqualificare quell’area che nel Piano di fabbricazione era stata destinata all’ampliamento dell’Ente Fiera”.

Lo dichiara il vice sindaco di Francavilla Fontana Domenico Attanasi, con delega all’Urbanistica, partendo dalla sentenza con la quale il Consiglio di Stato, nel rigettare il ricorso del Comune, ha dato ragione a un paio di cittadini, proprietari di terreni in zona ex Fiera, che per primi nel 2016 ricorsero al Tar chiedendo il rispetto di uno strumento urbanistico risalente al 1941.

L’area in questione è indicata quale “Insula F31” e dal momento in cui l’Ente Fiera è stato disciolto è rimasta, di fatto, sprovvista di una disciplina urbanistica. Il Comune, otto anni fa, negò che quell’area potesse essere riqualificata in quanto era stata avviata “la procedura per l’approvazione del nuovo strumento urbanistico” (che avrebbe comunque soddisfatto l’interesse del privato alla riqualificazione dell’area). Il Comune ritenne “che l’unico modo per dare attuazione alla richiesta dei ricorrenti fosse l’approvazione del nuovo strumento urbanistico generale”.

Non vi erano prospettive future concrete, oggi ci sono

“Questa impostazione, che il Consiglio di Stato ha ritenuto legittima e coerente, in linea di principio,  “con il richiamato sistema normativo – spiega Attanasi – si è scontrata tuttavia con la tesi giuridica secondo la quale ‘l’Amministrazione non può genericamente rinviare il soddisfacimento dell’interesse alla riqualificazione urbanistica di un suolo di proprietà del privato al tempo dell’adozione del nuovo strumento urbanistico generale, senza predeterminare un percorso sufficientemente definito, quanto meno nei suoi passaggi, anche temporali, di maggior rilievo’, posto che ‘all’epoca di cui trattasi il nuovo strumento urbanistico generale non era stato nemmeno adottato, sussistendo solo una dichiarazione di intenti'”.

“Dunque l’autorità giudiziaria amministrativa – prosegue il vice sindaco – ha contestato al Comune la sua inerzia in un momento storico (l’anno 2016) in cui il Pug non era stato ancora adottato. Oggi, però, non solo il Pug è stato adottato, ma sono stati consumati altri passaggi procedimentali tali per cui il percorso della sua approvazione definitiva può certamente dirsi ‘sufficientemente definito'”.

Conclude quindi Attanasi: “Sebbene il Consiglio di Stato abbia affermato che la mancata approvazione definitiva del Pug faccia permanere l’utilità della decisione, è altrettanto evidente come il mutato scenario di fondo non possa essere ignorato o ritenuto ininfluente ai fini delle determinazioni che l’ente dovrà assumere per ottemperare alla sentenza”.

In buona sostanza, il Comune ora – a differenza di allora – può fare perno sul fatto di poter concedere l’urbanizzazione secondo l’impostazione di un Pug la cui approvazione è imminente e non più soltanto un intendimento per un futuro indefinito.

Il progetto (bocciato) per la Casa delle tecnologie emergenti

Diverso il discorso che concerne la bocciatura di un progetto che, questo sì, avrebbe potuto riqualificare gli ampi locali ex Fiera da convertire in una “Casa delle tecnologie emergenti”. L’obiettivo era ambizioso: otto milioni e mezzo di euro dai fondi Pnrr. Il progetto fu inizialmente scartato dal Ministero per il made in Italy, ma il Comune fece ricorso – dando 12mila euro a un avvocato – e fu riammesso a partecipare al bando. Solo che poi quel progetto, considerato carente, si è piazzato in un posto non utile in graduatoria per essere ammesso a finanziamento.

Il sindaco Denuzzo

La versione del sindaco Denuzzo

“Cose che possono capitare – spiega il sindaco Antonello Denuzzo – anche se ci credevamo moltissimo. Ciò non vuol dire che per la Fiera dell’Ascensione sia finita, perché ci sono risorse importanti che stanno convergendo sul quel compendio immobiliare che di qui a breve sarà rifunzionalizzato grazie anche all’interesse di altri enti che presidiano questo territorio”.

Si parla, in particolare, di una casa di comunità in orbita Asl, di una sede di Arpal (centri occupazionali), di un nuovo edificio per l’Ambito territoriale sociale.

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