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L’opinione: “Il problema del Camberlingo è solo finanziario, coi soldi diventa attrattivo. Ma per l’Unione europea la sanità pugliese è eccellente”

di Giuseppe Pappadà 

C’è una sola soluzione per il problema Camberlingo ed è di natura finanziaria.

Occorre trovare le risorse finanziarie per rendere attrattiva quella struttura o farsene una ragione e non pensarci più.

Il resto sono chiacchiere.

Il dibattito sul Camberlingo periodicamente pare incendiare l’attenzione un po’ di tutti.

Con una Amministrazione che non sa che pesci prendere ed una opposizione ch’è invece convinta del contrario e fideisticamente insiste perché li prenda.

È chiaro a tutti però, anche all’opposizione, che il problema Camberlingo non è nelle corde di questa Amministrazione maritata Emiliano. Non sa che pesci prendere, non sa che scelte fare, ma  non ne ha colpa essendo, nel caso specifico, costituzionalmente impotente.

E forse è pure meglio così.Un impotente attivo può solo fare violenza.

Le scelte per il futuro del Camberlingo, se ce ne saranno di nuove, non vedranno un ruolo determinante di nessuna della realtà politiche locali. 

Impotenti tutti, questa Amministrazione, questa l’opposizione, questa Regione.

Non ci saranno scelte significativamente positive nemmeno in caso di nuovo matrimonio, officiato stavolta non da Emiliano ma da qualche nuovo astro nascente al quale si rivolgeranno nubendi adusi a “girarsi la giacca”. Ed in questa direzione qualcosa si muove già.

Le scelte che hanno sin qui riguardato il Camberlingo (e tutti gli altri ospedali chiusi negli ultimi anni) sono il giusto corollario della valutazione che l’Europa ha espresso relativamente alla qualità della vita e della Salute per la Puglia. Che a dire dell’Europa è eccellente.

E da che mondo è mondo, non si investe in ciò che è già eccellente.

L’Unione Europea si è espressa chiaramente: in Puglia, la Sanità è in assoluto tra le migliori in Italia, nettamente superiore alla Germania, pressoché alla pari con Emilia-Romagna e Lombardia.

Questa valutazione è Europea, sovranazionale, può essere giusta o sbagliata, può piacere o no.

È però una valutazione “oggettiva”, essendo stata ottenuta applicando lo stesso metodo di misurazione per tutte le 234 Regioni che compongono l’Europa. 

 L’Unione Europea ha pubblicato l’edizione 2022 dell’”Indice di competitività regionale dell’UE 2.0”.

L’Indice di competitività regionale dell’UE (RCI) misura i principali fattori di competitività per tutte le Regioni dell’Unione europea. Con un ricco insieme di indicatori, questo Indice misura la capacità di una Regione di offrire un ambiente attraente per le imprese e i residenti in cui vivere e lavorare.

In questa classifica, la Puglia è al 203esimo posto su 234 Regioni censite in Europa.

Il giudizio finale, sintetico, è “Regione meno sviluppata”. 

Tra i vari fattori di competitività presi in esame, laPuglia eccelle solo nella Salute (Health).

Tutti gli altri fattori meriterebbero l’attenzione di tutti, grande ponderazione e scelte importanti. Ma questa è un’altra storia.

Il grafico elenca i singoli fattori di competitività indicandone il valore. Se è eccellente quello della Salute, sono deprimenti quelli relativi al Mercato del lavoro e alle Dimensioni del mercato.

Vale a dire che questi sono i fattori handicap che dovrebbero essere affrontati in maniera corale ed intelligente. Che forse è un auspicio illusorio, forse chiedere troppo, ma così è.

Interessante il confronto tra Puglia e Germania: la Puglia soccombe in tutto tranne nella Salute.

Interessante il confronto tra Puglia e la media dell’Italia: Italia: la Puglia soccombe in tutto tranne nella Salute, Educazione di base, Macroeconomico.

Interessante anche il confronto con Lombardia ed Emilia-Romagna.

Poche cose in comune come la Salute, quasi a dire che il “turismo” sanitario nelle strutture del nord non è giustificato.

Per tornare al Camberlingo.

Se è vero che mancano i sanitari, è anche vero che mancano solo alle strutture pubbliche.

Basterebbe pagarli di più e medici e infermieri e operatori sanitari lascerebbero le strutture private per quelle pubbliche. Ma risorse economiche non ce ne sono e vane sono le parole della politica.

L’Europa, PNNR o non PNNR, Fitto o non Fitto, non finanzierà mai degli interventi in settori di eccellenza come la Sanità pugliese.

I francavillesi, già sin d’ora, come i mesagnesi, i cegliesi e i tanti altri che una volta avevano sotto casa l’ospedale ed ora non più.

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