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Scu e droga tra Brindisino e Leccese, chiesto il processo per 26 imputati

Due presunti gruppi criminali coesi e interscambiabili con basi a San Pietro Vernotico e Trepuzzi che, all’ombra della Sacra corona unita, si sarebbero dati una mano per piazzare ingenti quantità di droga tra il Sud Brindisino e il Nord Leccese. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio della pm della Direzione distrettuale antimafia Carmen Ruggiero nei confronti di 27 persone, il giudice del Tribunale di Lecce Marcello Rizzo ha fissato l’udienza preliminare – 12 luglio, ore 9.30, aula bunker del carcere di Borgo San Nicola – nei confronti di 26 di esse.

A dieci di loro, grazie anche alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Cesare “Alberto” Sorio (a sua volta imputato), è contestata anche l’associazione di tipo mafioso. Si tratta di Fabrizio Annis 43enne di San Pietro Vernotico, Salvatore Perrone 58enne di Trepuzzi, Carlo Coviello 47enne di Trepuzzi, Christian Lazzari 41enne di Trepuzzi. Annis è difeso dagli avvocati Dario Budano e Danilo Cito, gli altri dall’avvocato Salvatore Rollo. Per Annis, i suoi legali hanno proposto ricorso per Cassazione (se ne discuterà davanti alla II Sezione il prossimo 18 giugno). A Lazzari, in questo procedimento, viene contestata solo la partecipazione all’associazione mafiosa, ma nessun reato fine.

Le indagini partirono nel 2019, condotte dalla Squadra mobile di Brindisi – coordinata dalla Dda di Lecce – e sfociarono lo scorso 12 dicembre in 14 arresti, in esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce Sergio Tosi.

I due presunti gruppi criminali – secondo l’accusa – avrebbero agito in perfetta sinergia, non solo senza darsi fastidio ma persino collaborando tra loro per coprire al meglio il mercato nero della droga e in particolare di hashish, marijuana, cocaina ed eroina. Il capo riconosciuto da entrambe le organizzazioni sarebbe stato Salvatore Perrone – in carcere fino al 2020 – che avrebbe avuto in Coviello il suo braccio destro. Il 53enne di San Pietro Vernotico Massimiliano De Marco sarebbe stato in rapporti con i fratelli Annis e con Giuseppe “Aiace” Giordano (estraneo a questa indagine).

Il “pentito” Sorio, nelle sue dichiarazioni, ha fatto riferimento a un altro settore divenuto d’interesse investigativo, e cioè presunte truffe sul superbonus edilizi. Secondo Sorio, Fabrizio Annis, 43enne di San Pietro Vernotico, avrebbe fatto affari anche coi rimborsi del 110 per cento. Il filone principale dei sodalizi sarebbe comunque rimasto quello legato al traffico d’ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti di cui si approvvigionavano in Calabria, Basilicata e zona di Fasano. I gruppi disponevano anche di armi – perfino una mitragliatrice Uzi – e bombe carta.

Il gup dovrà decidere se mandare o meno a processo, oltre a quelli già menzionati sopra: Stefano Elia, 49enne residente a Casalabate (marina di Trepuzzi e Squinzano); Marcella Mercuri, 48enne di Sannicola; Alessio Catania, 40enne di Trepuzzi; Luana Perrone, 40enne di Trepuzzi; Vincenzo Catalano, 45enne di Trepuzzi; Massimiliano Renna, 50enne di Trepuzzi; Antonio Monticelli, 46enne di Campi Salentina; Luigi Giordano, 53enne di San Pietro Vernotico; Raffaele Pietanza, 43enne di San Pietro Vernotico; Cesare Sorio (detto Alberto); 37enne di San Pietro Vernotico; Giovanni Caputo, 42enne di San Pietro Vernotico; Gimmi Annis, 42enne di San Pietro Vernotico; Maurizio Carratta, 59enne di Brindisi; Giampaolo Elia, 24enne di Torchiarolo; Elvis Gabaj, 37enne cittadino albanese residente a Trepuzzi; Maria Dayana Marchello, 29enne di Lecce; Mosè Monticelli, 29enne di Novoli; Alessio Serratì, 31enne di San Pietro Vernotico; Mauro Vitale, 31enne di San Pietro Vernotico; Francesco Perrone, 38enne di San Pietro Vernotico; Emiliano Manno, 45enne nato a Vibo Valentia e residente a Mesagne.
Gli avvocati difensori sono: Francesco Cascione, Dario Budano, Danilo Cito, Giuseppe Guastella, Salvatore Rollo, Gianvito Lillo, Giancarlo Vaglio, Ladislao Massari, Giovanni Apollonio, Cosimo Damiano Rampino, Michelangelo Gorgoni, Tobia Caputo, Giovanni Liaci e Mario Salvatore Ciardo.

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