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Nuova vita per il sito archeologico di Monte Papalucio: com’era, come sarà. Le prime immagini

Si passa alla fase di progettazione vera e propria dopo la parte per così dire burocratica e quella più difficile per ottenere i soldi dalla Regione, per un importo molto cospicuo. Sarà uno dei più importanti, se non il più importante, sito archeologico sui Messapi. Il santuario pagano di “Monte Papalucio”, a Oria, riprenderà vita grazie a un maxi finanziamento regionale da oltre un milione di euro. Cosa rappresenterà e soprattutto come si presenterà emerge da suggestivi immagini e video a compendio della progettazione. Il luogo, che sorge nei pressi del cimitero monumentale, era dedicato alle divinità di Demetra e Persefone.

Il mito

Persefone era figlia di Zeus e di Demetra. Il dio degli inferi, Ade, la rapì e la portò nel suo regno per farla sua sposa. La madre Demetra, folle di dolore per la perdita della figlia, decise di condannare la Terra alla sterilità impedendo la nascita di qualunque pianta. La carestia falcidiava l’umanità, così si raggiunse un accordo con il padre degli dei, Zeus: Persefone sarebbe tornata ogni anno per sei mesi sulla Terra. Così Demetra aspettava il ritorno della figlia facendo rinascere la natura. Quello di Demetra e Persefone è il mito legato alla fertilità e ai cicli agricoli, proprio il culto che gli antichi Messapi celebravano nel santuario – scavato nella roccia – di Monte Papalucio.

Centro di grande importanza per i Messapi

Oria, considerata la posizione strategica e sopraelevata, fu circa 3mila anni fa un centro fondamentale per i Messapi e ciò è noto a studiosi e appassionati i quali hanno continuato a frequentare Monte Papalucio nonostante man mano nei secoli si fosse ridotto sostanzialmente a una rovina. L’amministrazione comunale del sindaco Cosimo Ferretti ha creduto fortemente in un rilancio di una location che, sul piano turistico, potrebbe incidere positivamente sulle sorti della città. Nei mesi scorsi, l’avvocato Francesco Badassarre ha reso un parere pro veritate sugli espropri delle aree private – avviati nel 1982 e conclusi nel 1998 – e aggiunto un tassello verso la realizzazione “Sistema museale urbano di Oria”.

L’entusiasmo del sindaco

“Questo progetto cambierà radicalmente il volto della nostra città in meglio – dichiara il primo cittadino – e questo risultato straordinario è il frutto di un impegno collettivo, compreso il contributo prezioso dei cittadini che hanno partecipato alle discussioni e condiviso idee per migliorare il progetto. Ora è giunto il momento – continua – di passare dalla fase iniziale a quella attuativa e la perizia richiesta a un professionista esperto qual è l’avvocato Baldassarre s’inserisce in tale contesto: l’occasione è unica e irripetibile, perciò dovremo avere tutte le carte in regola per non rischiare di perdere questi fondi”.
Per l’ottenimento del maxi finanziamento, oltre al responsabile dell’Ufficio tecnico Antonio Dattis, si è speso molto anche il vicesindaco Michele Locorotondo che ha intercettato la grane opportunità offerta dal bando “Smart” (dove Oria si è piazzata al primo posto).

Il progetto

Il progetto del parco archeologico, perlopiù a cielo aperto, prevede l’intera riqualificazione del sito rupestre che diverrà in qualche modo interattivo grazie a guide in carne e ossa ma anche ad audio e video guide. Soprattutto, saranno ricostruiti minuziosamente i particolari che lo contraddistinguevano circa 3mila anni fa quando Oria rappresentò uno degli insediamenti messapici più influenti nell’odierno Salento, a cavallo tra le moderne province di Brindisi, Lecce e Taranto.

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