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“Signora, sua figlia ha causato un incidente”, e ripuliscono casa e conti di un’anziana: truffatori presi in poche ore e denunciati

“Signora, sua figlia ha provocato un incidente ed è nei guai: serve una cauzione in soldi e gioielli perché non finisca in carcere”. La più classica delle truffe ai danni di una persona anziana, ma questa volta dal lieto fine: le forze dell’ordine ne hanno presto identificato e denunciato gli autori, oltre ad aver recuperato e riconsegnato la refurtiva – dal valore rilevante – alla legittima proprietaria.

I presunti truffatori, come spesso accade, si sono finti carabinieri e hanno individuato il loro obiettivo in una 79enne di Francavilla Fontana che vive da sola. Decisivo, per lei, è stato l’essersi rivolta a stretto giro al suo legale di fiducia, Domenico Attanasi, per poi recarsi in caserma.

I fatti risalgono allo scorso 29 maggio. Intorno alle 11.30, la signora ha ricevuto una chiamata a casa da parte di un sedicente ufficiale (tenente) dell’Arma che, dopo essersi qualificato, le ha chiesto di sedersi perché avrebbe dovuto comunicarle una brutta notizia. L’anziana si è accomodata e l’uomo le ha detto che sua figlia aveva poco prima investito con l’auto una 88enne i cui familiari pretendevano un immediato risarcimento del danno. Le parole del finto tenente hanno persuaso l’interlocutrice, che ha finito per dargli il suo numero di cellulare.

Su quest’utenza mobile, 20 minuti dopo, sarebbe giunta un’altra chiamata. Era ancora il “tenente” per dirle che il giudice intendeva ascoltarla e successivamente sarebbe andato a ritirare a domicilio qualche gioiello e soldi. Sua figlia, le è stato riferito, aveva già consegnato la un anello, la fede nuziale, un orologio e una catenina. L’anziana ha risposto di non avere denaro disponibile, ma è stata rassicurata sul fatto che sarebbe stato sufficiente consegnare dell’oro.

Quando l’orologio segnava le 12.10 circa, col “tenente” ancora al cellulare, si è presentata a casa una donna donna di circa 35 anni – poi descritta come trasandata, di media statura e carnagione scura coi capelli scuri e legati all’indietro – qualificatasi a sua volta come carabiniera in borghese, collega del sedicente ufficiale.

La padrona di casa, non avendo contanti, le ha consegnato preziosi per un importo piuttosto cospicuo. Prima di andare via, la finta militare le ha intimato di consegnarle anche le fedi. Nel frattempo, dal cellulare una voce di donna implorava: “Mamma, aiutami. Tu soltanto mi puoi aiutare, dalle quello che hai perché mi hanno bloccato il conto corrente”. L’anziana ha creduto fosse la figlia e ha consegnato, oltre alle fedi, anche tessera bancomat e carta di credito comunicando al tenente i codici pin.

L’ufficiale, via telefono, ha chiesto allora all’anziana di redigere di suo pugno una dichiarazione per autorizzare i carabinieri a “effettuare un fondo di garanzia presso il tribunale di Brindisi” (cauzione) con la promessa che poi quei valori le sarebbero stati restituiti.

Quella dichiarazione olografa ha fatto scattare nella donna il sospetto di essere stata vittima di un raggiro, cosa confermata da una successiva telefonata alla figlia. Quest’ultima era libera, non era rimasta coinvolta in alcun incidente e soprattutto stava benissimo. Intanto, però, era sparito dal conto corrente qualche migliaio di euro e vi era stato un tentativo – respinto – di utilizzare la carta di credito.

Ne è seguita un’immediata denuncia contro ignoti nella Stazione dei carabinieri di Francavilla Fontana. Gli investigatori si sono messi sulle tracce dei truffatori e, in collaborazione coi colleghi dell’Arma e della polizia, sono riusciti a rintracciarli a Bari mentre tentavano di far perdere le loro tracce col malloppo. La refurtiva è stata interamente recuperata e restituita all’anziana, che ha potuto tirare un sospiro di sollievo.

L’avvocato Attanasi, a nome della persona offesa e dei suoi familiari, esprime soddisfazione per l’immediato buon esito dell’attività investigativa e apprezzamento per il lavoro delle forze dell’ordine, coordinate nelle indagini dalla Procura di Brindisi: “Credo che il fattore tempo, con la rapida denuncia, sia stato fondamentale”, commenta il legale. La persona offesa si è riservata di costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale a carico de due denunciati, un uomo e una donna.

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