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Villa comunale, la riflessione: “35 mesi per accorgersi che le cose non andavano senza avere un piano B. Gestione pubblica discutibile”

Di seguito la riflessione di un cittadino, Giuseppe Pappadà, circa le vicissitudini della villa comunale (con revoca della concessione al gestore privato e temporanea chiusura al pubblico):

Giuseppe Pappadà

E la villa comunale di Francavilla Fontana restò chiusa.

Una gestione del patrimonio pubblico tutta da qualificare.
Di certo burocratica nella accezione più becera del termine.

Con 35 mesi di irregolarità rilevate dalla determina del dirigente Colucci, l’unica iniziativa (dopo 35 mesi!) è la chiusura e nemmeno uno straccio di idea per consentire alla cittadinanza di poter continuare a fruire di quello che è suo. E che suo è stato anche in questi 35 mesi.
Col risultato che ad essere sanzionati sono i francavillesi, grandi e piccoli, che quella villa frequentano.

Una Amministrazione, la componente politica e quella tecnica, non proprio efficace né efficiente nel servizio alla cittadinanza (che li paga). Bravi, forse?

La risoluzione contrattuale del 3/6/2024, relativa alla Concessione della Villa Comunale, suggerisce qualche ulteriore riflessione e qualche prudenza.
Non si sa mai.

Il Concessionario farà valere le sue ragioni nelle sedi e nelle modalità che riterrà più opportune, se crede.

L’Amministrazione, no.
L’Amministrazione di Francavilla Fontana, sia la componente politica e che quella amministrativa, dev sempre rendere conto della qualità della gestione del patrimonio pubblico francavillese.
Una gestione veramente tutta da qualificare; basta il solo elenco di Intermodale, palazzetto dello sport, campo di calcio San Lorenzo, ex tensostatico, villa comunale, chiesa Madonna della Grazie, e
cc.

Per tornare alla Villa P. Palumbo.
La lettura della Determina di Risoluzione unilaterale, disponibile sul sito del Comune aiuta a capirci qualcosa (https://dgegovpa.it/Francavilla/albo/dati/20240580D.PDF ).

Il canone annuo era fissato in 14.000€ da pagare in rate mensili, al 5 di ogni mese.
Il debito totale quantificato nella Determina a firma Colucci è di 40.833,37.
La matematica, per chi sa fare almeno una divisione, aiuta a capire che 40.833,37 sono più di due anni di canone arretrato (14.000€ all’anno, l’arretrato sarebbe poco più di 28.000€).
Sempre la matematica aiuta a capire che l’arretrato è relativo a 35 mesi, vale a dire dalla data di aggiudicazione (16/06/2021) e non dalla data di sottoscrizione del contratto (11/04/2022).

Sospendiamo per un attimo la domanda sul come mai e perché ci siano voluti 10 mesi per sottoscrivere un contratto per un bene immediatamente messo nella disponibilità del Concessionario.

L’Amministrazione per 35 mesi s’è scordata di verificare se il giorno 5 di ogni mese c’era o meno il pagamento della rata del canone da parte del Concessionario.

E se pure lo avesse fatto, questa Amministrazione, chissà perché o per cosa, ha fatto passare 35 mesi prima di arrivare alla risoluzione del contratto.
Non interessa qui la qualità del Concessionario, qui interessa la qualità della gestione che del Patrimonio pubblico ne hanno fatto la Denuzzo Î e la Denuzzo IÎ e i vari Dirigenti (questi ultimi, di recente gratificati con stipendio aggiuntivo per la qualità della loro performance …).

Questa Amministrazione è sfortunata, forse.
Ma più sfortunati sono i francavillesi.

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